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Atti incendiari contro un imprenditore di Aprilia, Rete di Giustizia: “Non è un caso isolato, istituzioni e cittadini reagiscano”

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Doppio atto incendiario nei confronti di un imprenditore apriliano. Cresce la preoccupazione in città. Rete di Giustizia in una nota stampa attende l’esito delle indagini, ma chiede che si tengano i riflettori accesi sulla città di Aprilia.

La nota

Come Reti di Giustizia, apprendiamo, con molta preoccupazione, del doppio incendio avvenuto nella notte del 28 agosto scorso ai danni dell’esercizio commerciale Panic in via delle Regioni e dell’automobile del titolare di quest’ultimo.

Le indagini sono ancora in corso e ne attendiamo i risultati per poter elaborare un’analisi più compiuta, tuttavia, appurata la natura dolosa degli incendi, non può che apparire evidente il collegamento tra i due episodi, come il suo possibile scopo intimidatorio o di “avvertimento” sebbene il titolare del locale abbia rilasciato dichiarazioni in senso contrario.

A nostro avviso, quanto avvenuto non dovrebbe essere rappresentato come un evento isolato ma come un fenomeno sintomatico delle criticità che caratterizzano il contesto del territorio apriliano e delle sue zone limitrofe; criticità troppo spesso sottovalutate o “derubricate” ad atti di vandalismo o microcriminalità.

Il quartiere in cui è situato il locale incendiato, considerato problematico dagli stessi residenti, è costituito per buona parte da un  tessuto urbano e sociale sfilacciato, le cui maglie lasciano spazio ad un diffuso senso di insicurezza (gli abitanti del quartiere sono stati costretti, in un tentativo di arginare/proteggere le proprie abitazioni, a chiudere i cortili dei palazzi con cancellate anche precarie) e ad attività di traffico di stupefacenti, con spaccio anche da parte di ragazzi giovanissimi favorito da un consumo trasversale, per età e fascia sociale.

Un contesto, analogo ad altri del nostro territorio, nel quale l’assenza  di spazi culturali comuni, resi vitali dall’impegno di ognuno, la riduzione al minimo dell’offerta educativa scolastica ed extra-scolastica (con riduzione progressiva delle risorse in questa investite), la precarietà del lavoro e la difficoltà di conferire un senso allo stesso, aumentano l’ “appeal” del consumo e dello spaccio di droga tra i più giovani, i quali spesso sono solo dei piccolissimi ingranaggi all’interno dell’enorme e profittevole mercato del traffico degli stupefacenti.

Sotto un profilo di cronaca, non possiamo non ricordare, poi, che solo nel mese di agosto si sono succeduti diversi eventi che sono, quantomeno, indicatori di come la città di Aprilia continui ad essere interessata da fenomeni criminali anche in “superficie” (non solo il riciclaggio, uno dei settori primari nei quali operano le mafie, la corruzione etc..): si pensi allo smantellamento di  una piazza di spaccio in via Toscanini, dove il territorio era controllato anche in pieno giorno, con videocamere e cancelli abusivi, oppure al colpo di arma da fuoco inferto ad una giovane donna nella periferia della città in circostanze ancora sospette, nella stessa notte in cui a Nettuno, in zona Cretarossa, erano stati trovati dodici bossoli di proiettile.

Ebbene, di fronte a tutto questo, chiediamo nuovamente alle istituzioni e a tutti i cittadini di prendere consapevolezza circa il radicamento delle organizzazioni criminali e mafiose sul nostro territorio, sui fattori sociali e culturali che le favoriscono e di come queste contino sull’indifferenza da parte di tutti coloro che non sono “addetti ai lavori” e, ancora più gravemente, sull’omertà di chi subisce o testimonia soprusi ed ingiustizie, anche per ottenere convenienze immediate; omertà che sconfina talvolta nella connivenza.

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