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Battaglia di Aprilia, la cerimonia questa mattina. Il sindaco: “Il passato può aiutarci a comprendere il presente” FOTO

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Si è celebrata questa mattina la cerimonia in ricordo del 77° Anniversario dalla “Battaglia di Aprilia”. Di seguito il discorso del sindaco Terra.

Buongiorno e benvenuti a tutti,

oggi ci ritroviamo qui per ricordare insieme il 77° anniversario dalla Battaglia di Aprilia, che fu l’ultimo atto del tragico passaggio della Seconda Guerra Mondiale nel nostro territorio, nel 1944.

Le celebrazioni di quest’anno cadono in quella che tutti noi speriamo essere la fase finale di una pandemia che – proprio come la guerra – ha sconvolto la nostra quotidianità e pone a tutti noi dubbi e incertezze sul futuro che ci attende.

Credo che ricordare il passato ci possa aiutare a comprendere il presente e a guardare al futuro con più fiducia. Proprio questa consapevolezza ci ha spinti qualche anno fa ad aderire al Circuito della Memoria per lo Sbarco Alleato e ad adoperarci per la realizzazione di eventi come quello odierno o di siti e monumenti capaci di contribuire alla costruzione di un patrimonio di identità comune, con uno sguardo rivolto alle giovani generazioni.

Dicevamo: il passato può aiutarci a comprendere il presente. Nel nostro caso questo è possibile, non certo perché la guerra e la pandemia siano state per Aprilia e per il mondo intero la stessa cosa, anzi.

Proprio la nostra Città è stata testimone della potenza distruttrice della Guerra. Nel 1945, terminato il conflitto mondiale, Aprilia era un piccolo centro completamente raso al suolo, in un territorio devastato dalle bombe e disseminato di mine. Un panorama ben diverso da quello che vediamo oggi, dopo un anno e mezzo di pandemia.

Tuttavia, credo che anche noi, uomini e donne di oggi, possiamo trarre insegnamento da quella vicenda storica, per affrontare la situazione attuale. Perché da quel cumulo di macerie, Aprilia seppe riprendersi: i suoi abitanti furono capaci non solo di ricostruire, ma anche di delineare nuove strade di sviluppo, che hanno reso questo territorio così fertile e florido.

Cosa può dirci dunque quella ricostruzione? Qual è l’insegnamento che possiamo trarre, nel delicato e difficile compito che ci attende? Su quali risorse Aprilia può contare, ora che tutto torna lentamente e gradualmente alla normalità?

Io penso che siano tre gli elementi su cui gli apriliani possono far leva: innanzitutto la loro proverbiale operosità. Questa è una Città intimamente legata al lavoro: è il lavoro l’elemento che ne ha condizionato la nascita e lo sviluppo. E credo che il lavoro possa essere anche lo spazio di incontro tra capacità e competenze, creatività e disponibilità ad investire, grazie al quale poter rilanciare un percorso di crescita e sviluppo.

Il secondo elemento è sicuramente la solidarietà, che sin dall’inizio ha animato la vita sociale di questa Città. Una solidarietà operosa e pratica, pronta a superare anche le divisioni politiche, religiose, etniche. Capace di tendere sempre la mano e di costruire percorsi di riscatto personale e comunitario.

Infine, sono convinto che possiamo imparare dai nostri genitori e dai nostri nonni a concepire l’Europa come l’orizzonte naturale di crescita e sviluppo, la nostra casa comune e il nostro futuro. Dopo la guerra, le nazioni che avevano seminato distruzione in queste terre, ebbero la forza, la lungimiranza e il coraggio di riscoprirsi sorelle per costruire un comune percorso di sviluppo. Venivano da secoli di odio e divisioni: quanto può esser più semplice per noi imparare a costruire ponti, anche per esplorare insieme originali percorsi comuni in grado di costruire nuove occasioni di lavoro e strutturare nuove alleanze solidali?

È con questa fiducia, che mi sento di ringraziare ognuno di voi, qui presenti. E di augurare ad Aprilia la capacità di far tesoro di ciò che è stato per poter migliorare sempre più nella costruzione del bene comune.

Viva Aprilia, viva la pace.

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