Quella vista a Rotterdam è stata senza dubbio la partita più complicata per l’undici di Sarri in questa prima fase di Champions League. La prestazione, oltre al risultato, parla di una Lazio senza pressing e mordente, lontana anni luce dalla gara di inizio torneo contro l’Atletico. Ma è proprio l’Atletico a tenere in vita le speranze biancocelesti, con l’undici di Simeone fermato al Celtic Park dagli scozzesi di Rodgers. Nel complesso restano inalterate le possibilità di proseguire il cammino in Europa. La classifica è abbordabile e le quote sul passaggio turno in Champions dei biancocelesti lasciano margini di possibilità per la formazione di Sarri. Ma per andare avanti servirà la migliore Lazio, oltre ad una serie di risultati favorevoli sugli altri campi.
Le chance di arrivare agli ottavi ripartono già dal match all’Olimpico, di nuovo contro gli olandesi. Sarà necessario rivedere quanto successo a Rotterdam, dove i padroni di casa hanno fatto valere il fattore campo e quello di gioco. Assenza di ritmo e biancocelesti mai in partita. Poca grinta e temperamento. I biancorossi corrono più di Luis Alberto & co. Grande intensità, fitto possesso palla e pressing estremamente aggressivo dai primi minuti. Gimenèz e Zerrouki, tra i migliori in assoluto, regolano i biancocelesti in 74 minuti di gioco. Poche le attenuanti per Sarri, che senza troppi giri di parole sottolinea il momento di difficoltà della squadra in Europa: “Mi aspettavo più personalità, siamo con l’acqua alla gola”. Ma il tecnico ex Chelsea prova anche a difendersi: “Castellanos e Guendouzi? Io sono stato criticato per aver fatto giocare sempre gli stessi, adesso vengo criticato perché ruoto troppo. Mettetevi d’accordo”. Resta fondamentale l’apporto di Immobile.
Alla fine del girone di andata, la classifica è ancora alla portata dei biancocelesti, con il privilegio di due casalinghe su tre nelle prossime gare: 7 novembre con il Feyenoord e 28 novembre con il Celtic. A chiudere il girone, probabilmente con i giochi già fatti, la sfida al Civitas Metropolitano contro l’undici di Simeone. Nel peggiore dei casi potrebbe essere spareggio, nel catino dei colchoneros. I biancocelesti hanno la grande possibilità di poter conquistare due successi e sei punti all’Olimpico, che significherebbe con molta probabilità il passaggio del turno. Ma quello che serve adesso è il mordente visto nella gara di andata contro l’Atletico e il cinismo che ha portato al successo in Scozia. C’è tempo per cambiare rotta.
“Dobbiamo dare il 101% per rimanere in questa competizione”, ha sottolineato Sarri nel post-partita, provando subito a scuotere i suoi dopo il pesante ko incassato al De Kuip. “Abbiamo fatto un primo tempo timoroso, eravamo impauriti dalla loro aggressività e dalla loro pressione”, ha dichiarato ai microfoni di Sky. “Ora abbiamo due partite in casa e dobbiamo sfruttarle al meglio. In un girone di sei partite perderne una può essere problematico, se l’atteggiamento è quello di stasera non ce la facciamo”. La disamina del tecnico biancoceleste sottolinea un problema di mentalità e di approccio alla gara. In questo la Lazio ha fallito. Su questo la Lazio deve lavorare per cullare l’obiettivo degli ottavi e restare agganciata all’Europa che conta.
“Pensavo a un atteggiamento con molta più personalità”, ha sottolineato Sarri senza risparmiare le critiche all’undici sceso in campo al De Kuip. Nemmeno il precedente in Europa dell’ultima stagione ha scosso i biancocelesti, che confermano i problemi di approccio alla gara, soprattutto negli impegni più delicati. La prova sottotono in Olanda può e deve servire per ripartire dagli errori. E l’errore principale su cui lavorare è senza dubbio la testa. A Formello, l’ex Chelsea, di rientro da Rotterdam con la squadra, ha già ritagliato del tempo prezioso per parlare con il collettivo, portando l’attenzione su una sconfitta in Champions che in casa Lazio, contando solamente la fase a gironi, mancava dall`11 dicembre 2007, quando i biancocelesti vennero sconfitti 3-1 dal Real Madrid al Santiago Bernabeu.
Adesso è tempo di ripartire. E la Lazio ha l’obbligo di tornare ad essere quella dell’anno scorso, quando l’undici di Sarri è stata la seconda miglior difesa alle spalle del Napoli, con 30 gol subiti nell’intera stagione. Storicamente, il tecnico biancoceleste ha sempre avuto problemi di turnover e la gestione del doppio impegno è una delle debolezze croniche di Sarri. La Lazio che punta al passaggio del turno è legata quindi non solo alle prestazioni della squadra ma anche alle scelte dell’allenatore. E’ tempo di buttarsi alle spalle l’assenza di Milinkovic e pensare a competere seriamente in Champions. Servirà, oltre all’impegno, la serietà e lo spirito di appartenenza di ogni singolo atleta: la dimostrazione di voler davvero contare qualcosa in questa stagione. La voglia di sentirsi laziali, oltre che semplici professionisti. Quello che conta più di tutto.