“Il lavoro della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno del caporalato e delle istituzioni, a cominciare dalla Prefettura di Latina, è estremamente importante e di grande supporto al mondo agricolo. E’ fondamentale che tutti facciano la loro parte e che il settore non venga criminalizzato ma sostenuto con forza, con azioni mirate e concrete, alcune delle quali sono state già messe in campo proprio dalle organizzazioni di categoria sempre con la collaborazione di tutti i livelli istituzionali”. Così il presidente di Confagricoltura Latina, Luigi Niccolini che ha preso parte alla riunione della Commissione parlamentare di inchiesta riunita in prefettura e a cui ha preso parte, oltre al prefetto Maurizio Falco, anche il presidente dell’organismo, Gianclaudio Bressa.
“Da anni – sottolinea Niccolini – cerchiamo di lavorare su questo fenomeno ma è necessario, come molti hanno ribadito nel corso delle audizioni, distinguere tra le aziende sane e quelle fuori dalle regole. In questa provincia c’è chi lavora concretamente per far rispettare la legge e il settore è fatto di gente onesta che ogni giorno contribuisce, non senza sacrifici, a costruire anche il tessuto sociale di questo territorio che è fatto di lavoratori provenienti da ogni parte del mondo che, nel caso dell’agricoltura, vanno integrati con regole certe per le imprese e con percorsi di accompagnamento che aiutino, sostengano e verifichino questo processo che certamente non è semplice”.
Niccolini, a tal proposito, parla delle aziende iscritte alla rete del lavoro agricolo di qualità “una rete che doveva consentire una sorta di certificazione etica del settore e che invece col tempo si è snaturata e la cui iscrizione viene negata anche per semplici cavilli che nulla hanno a che fare con la regolarità del lavoro gettando le aziende, spessissimo, in un vortice di problemi burocratici e in una raffica di richieste di documentazioni e controlli che scoraggiano gli imprenditori del settore”. Secondo Niccolini è “un grave errore riferirsi al dato di iscritti alla Rete semplicemente perché rischia di identificare le altre aziende come fuori legge, fatto essenzialmente sbagliato perché la stessa rete è organizzata sulla base di controlli che, lo ripeto, spesso non hanno nulla a che vedere con la regolarità del lavoro”.
“Anche per questi motivi – prosegue Niccolini – riteniamo fondamentale che la Commissione abbia acceso un ulteriore faro sulla situazione del capoluogo e ci abbia dato modo di spiegare, come organizzazioni agricole e sindacali, la nostra posizione. Sul fronte delle iniziative – sottolinea il presidente di Confagricoltura Latina – grazie alle attività di Fislas Latina, abbiamo avviato progetti come Laborat proprio con l’obiettivo di combattere il fenomeno del caporalato, lavoriamo insieme agli altri esponenti del mondo sindacale e associativo, per la formazione per la sicurezza sui luoghi di lavoro, abbiamo finanziato dispositivi di protezione individuali e borse di studio che spesso sostengono giovani lavoratori stranieri o i loro figli. Abbiamo inoltre sottoscritto, proprio qualche settimana fa, un contratto di lavoro per rafforzare questo impegno e sostenere, sempre con grande impegno, il passaggio dei lavoratori da contratti a tempo determinato a indeterminato. Insomma, abbiamo molto da fare ma tanto è stato anche fatto. Come Confagricoltura Latina – conclude Niccolini – stiamo inoltre lavorando per un progetto insieme al Censis ed Unicredit che ci aiuti a conoscere e individuare, con numeri precisi, il fenomeno del caporalato. Uno studio che ci sosterrà per comprendere le reali dimensioni di quanto sta accadendo su questo territorio. Presenteremo l’iniziativa a breve e siamo pronti a metterla a disposizione delle istituzioni del territorio e della stessa Commissione di inchiesta con cui vogliamo e dobbiamo collaborare per supportare il mondo agricolo che è e rimane la spina dorsale della storia di questo territorio, non solo sul piano economico ma anche e soprattutto storico e sociale”.