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Continuava a gestire i suoi traffici illeciti dalla comunità di recupero dove stava scontando i domiciliari: 45enne campano finisce in carcere a Velletri.

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Continuava a gestire i suoi traffici illeciti dalla comunità di recupero dove stava scontando i domiciliari, tramite delle chat crittografate: un 45enne campano, ritenuto a capo di un’importante sodalizio romano del narcotraffico, è finito in carcere a Velletri. L’arresto è stato eseguito dai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, in esecuzione ad un’ordinanza di ripristino della misura cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Roma. L’uomo, di origini napoletane, da tempo era stanziale sul territorio capitolino. Nel dicembre del 2020, assieme ad altre 27 persone, era stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Alba-Tulipano”, eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma. Era gravemente indiziato di essere a capo di uno dei più importanti sodalizi romani del narcotraffico operanti sotto l’egida del Clan Senese.

“Il 16 gennaio del 2021, il 45enne, a seguito di patologie legate ad un suo presunto stato di tossicodipendenza, – spiega la nota dei Carabinieri – aveva beneficiato della concessione, da parte del Tribunale di Roma, della sostituzione della custodia in carcere con quella agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica per tossicodipendenti.

Divenuto nuovamente oggetto delle investigazioni dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, a carico del D.G. venivano raccolti gravi elementi indiziari che portavano a ritenere che avesse immediatamente ricominciato a gestire le importanti attività di narcotraffico del sodalizio dall’interno della comunità terapeutica grazie anche all’utilizzo di criptofonini.

Infatti, i militari, coordinati dalla DDA della Procura della Repubblica capitolina che richiedeva in merito un Ordine di Indagine Europeo, reperivano, analizzavano e riscontravano tutte le conversazioni intercorse tra il pregiudicato e i suoi accoliti tramite chat crittografate.

In particolare, gli investigatori riuscivano a raccogliere gravi indizi che consentivano di ipotizzare che il 45enne, a partire dal giorno stesso in cui era stato ammesso alla misura degli arresti domiciliari presso la comunità terapeutica, avrebbe organizzato ulteriori traffici; chiesto contezza circa la consistenza economica degli affari intrapresi in propria assenza, effettuando la contabilità relative alle forniture di sostanze stupefacenti e cercando di recuperare i crediti dai responsabili delle piazze di spaccio morosi; pianificato l’esecuzione di atti intimidatori nei confronti di uno degli spacciatori che non voleva onorare il proprio debito. Rintracciato all’interno della comunità terapeutica, l’uomo veniva ristretto presso la casa circondariale di Velletri”.

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