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Coronavirus, ad Aprilia 705 positivi attuali. Il sindaco: “Ci saranno più controlli, ma serve senso di responsabilità. I medici di base faranno tamponi rapidi”

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Situazione delicata ad Aprilia con 705 casi positivi attuali, di questi 30 sono in ospedale. La maggior parte è seguita a casa e per fortuna presenta lievi sintomi o è addirittura asintomatica. Purtroppo tra questi ci sono molti ragazzi che – senza sintomi e magari senza rendersi conto dei pericoli – tornano a casa e contagiano genitori o nonni e naturalmente le cose si complicano. Ad Aprilia il contagio, infatti, è perlopiù in famiglia. Tanti positivi ci sono anche tra gli studenti. Per evitare assembramenti, oggi più che mai davvero pericolosi, da questo fine settimana aumenteranno i controlli. Saranno presi di mira parchi e punti di ritrovo per i più giovani e non solo.

In totale in città ci sono 26 classi di vari istituti ancora in isolamento. In città i numeri del contagio aumentano ancora, ed Aprilia è tra le città più colpite dell’intera provincia con un drive-in permanente, ormai da un mese, che non riesce a smaltire le liste d’attesa per i casi da esaminare.

“Il dato della nostra città va sicuramente analizzato in base al numero degli abitanti – spiega il sindaco Terra-  ma la situazione ci preoccupa. Il nord della provincia per ora è quello più colpito. Dobbiamo avere maggior senso di responsabilità e rispettare le regole. Ci saranno più controlli sicuramente, ma chiedo a tutti di collaborare”.

Poi la novità di queste ore: “I nostri medici sono disponibili a fare i tamponi rapidi – spiega il sindaco –per questo abbiamo già avuto una riunione. Metteremo a disposizione l’ex Claudia per farli lavorare in sicurezza e velocizzare l’attività di testing. Se da una parte è sempre più difficile tracciare il contagio, dall’altra riusciamo a fare tamponi rapidamente se ci organizziamo al meglio. Stiamo ragionando anche sull’acquisto di flussimetri per il personale sanitario e su un’ulteriore intensificazione dei controlli, soprattutto la sera nei parchi della Città. Ma deve esser chiaro per tutti: serve collaborazione. Non è possibile per il Comune (e secondo me neanche auspicabile) poter controllare tutto e tutti. Questo è il momento di tirar fuori il nostro senso di responsabilità individuale e collettivo. Lo dobbiamo soprattutto ai più deboli, ai più fragili, che pagano il prezzo più alto di questa delicata situazione”.

 

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