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Da Patrica a Roccamassima correndo sui Lepini, la traversata di Dante D’Elia

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Ha corso per 12 ore e 26 minuti, coprendo 65 chilometri tra le cime e valli, affrontando 3.800 metri di dislivello: il corese Dante D’Elia, ha effettuato un’incredibile traversata dei Monti Lepini, correndo da Patrica (FR) a Rocca Massima, il centro più alto della provincia di Latina. Lunghi mesi di allenamento, tanto trekking per conoscere tutti i sentieri e per entrarvi in sintonia. La traversata, che ha ricevuto il patrocinio della Compagnia dei Lepini e dei Comuni di Cori, Patrica e Rocca Massima, simboleggia «La continuità territoriale e il destino comune che è stato forgiato nel tempo dai Monti Lepini».

«Un periodo di frequentazione – ha spiegato D’Elia – che ti svela la visione d’insieme del complesso montuoso. È proprio questo il senso della traversata. Mettere insieme le tessere dello stesso mosaico».

Secondo le parole dello stesso Dante D’Elia la sua traversata, che ha ricevuto il patrocinio della Compagnia dei Lepini e dei Comuni di Cori, Patrica e Rocca Massima, simboleggia «La continuità territoriale e il destino comune che è stato forgiato nel tempo dai Monti Lepini».

«Il principale messaggio di questa impresa – così il sindaco di Cori, Mauro De Lillis – è quello che ci restituisce i monti Lepini come una sola realtà, che va valorizzata in quanto tale unendo sinergicamente le forze. In secondo luogo, la traversata compiuta da Dante D’Elia mette in evidenza come il territorio lepino, oltre alle bellezze storico-architettoniche, offra anche quelle, e tante, paesaggistico-naturalistiche che meritano di essere valorizzate e promosse. Infine, ma non per importanza, da questa traversata giunge un messaggio di pace quanto mai rilevante in questa fase storica in cui i cupi suoni della guerra riecheggiano in Europa: Dante ha attraversato tutti i monti Lepini portando attaccato allo zaino un lembo della Bandiera della Pace. Esprimo allora – conclude il primo cittadino – l’orgoglio della Città per l’impresa di Dante, la prima di questo tipo mai realizzata».

In sintesi, Dante D’Elia ha percorso 65 km con 3.800 metri di dislivello in 12 ore e 26 minuti. Questa traversata, che per caratteristiche può definirsi ultratrail, è dura. Alla distanza e al dislivello occorre aggiungere il fondo spessissimo sassoso. Al contempo regala un susseguirsi ininterrotto di emozioni, poiché gli ambienti sono pressoché selvaggi con rarissimi e modesti tratti in cui si sfiora “la civiltà”.

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