Danneggiato ad Aprilia il Monumento in memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, posto all’ingresso del parco di via dei Mille a loro intitolato. Probabilmente un atto vandalico, messo a segno nel corso della nottata appena trascorsa o alle prime ore del mattino: per danneggiarlo, sarebbe stata utilizzata una bomba carta. L’episodio è stato duramente condannato dall’associazione Reti di Giustizia – Il sociale contro le mafie: “a prescindere dal movente – scrive l’associazione – ogni colpo che è stato sferrato, è un colpo a tutti coloro che credono e si impegnano nella lotta perpetua contro il pensiero mafioso e le ingiustizie. Quei brandelli di materia per terra ci chiedono un rinnovato impegno – sottolinea l’associazione – sia nella vita pubblica, che nella nostra vita quotidiana, nel continuare a lottare contro i soprusi”.
“L’ideazione e l’installazione del monumento, inaugurato il 24 giugno 2017, così come l’intitolazione del Parco ai Magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, – scrive Reti di Giustizia – erano stati effettuati su proposta, accolta dall’Amministrazione comunale, delle scrivente Associazione Reti di Giustizia – Il sociale contro le mafie, dall Associazione Arte Mediterranea e dal Vicariato di Aprilia dell’Azione Cattolica al fine di manifestare, con un simbolo concreto, tangibile e visibile, la volontà e la necessità della parte migliore della cittadinanza di schierarsi ogni giorno a favore della giustizia e contro il malaffare, la corruzione e la (non)cultura mafiosa che irretisce e soffoca ogni aspetto del vivere civile.
Il monumento, oltre a mantenere viva la memoria delle vittime innocenti delle mafie, era ed è teso a tradurre materialmente questa memoria in una presa di posizione, che deve rinnovarsi continuamente sia dentro ognuno di noi che nei confronti della collettività: il dedicare uno spazio pubblico, un bene comune, al ricordo dei Magistrati Falcone e Borsellino, rende esplicita questa presa di posizione e ci ricorda qual è la parte giusta; una parte difficile, scomoda, faticosa ma giusta e imprescindibile.
Quel monumento è stato vilipeso, non sappiamo se per aggressività o noia distruttiva oppure, più probabilmente, su impulso di una precisa volontà di negazione della forza del simbolo che rappresenta: a prescindere dal movente (che cos’è la mafia se non anche il disprezzo per il bene comune a favore di un profitto o vantaggio individuale?) ogni colpo sferrato su di esso, ogni suo pezzo caduto a terra o scalfito, è un colpo a tutti coloro che credono e si impegnano in questa lotta perpetua contro il pensiero mafioso e le ingiustizie, è una ferita sui nostri corpi che lavorano per realizzare, mattoncino dopo mattoncino, caduta dopo caduta, una società diversa fondata sulla dignità di ognuno.
Quel monumento vandalizzato, rotto, forse con tentativi di distruggerlo con una bomba carta, ora ha una forza simbolica ancora più grande e costringe a ricordarci che l’indifferenza è sempre l’anticamera dell’ingiustizia e della violenza; quei brandelli di materia per terra ci chiedono un rinnovato impegno sia nella vita pubblica, che nella nostra vita quotidiana, nel continuare a lottare contro i soprusi, contro il bene di pochi per il bene di tutti.
Speriamo questi atti non siano velocemente derubricati e che ricevano una condanna, autentica, sentita, da parte delle istituzioni e di tutti noi”.