Si terrà domenica 4 luglio 2021 alle ore 10.30 la cerimonia di intitolazione del complesso sportivo di Stoza a Romolo Palombelli, sindaco più longevo della storia di Cori (fu infatti primo cittadino dal 1964 al 1978 e dal 1988 al 1990) e creatore, insieme ai suoi collaboratori, della struttura che per anni fu fiore all’occhiello della provincia e che d’ora in poi porterà il suo nome.
La cerimonia sarà aperta dall’esibizione degli sbandieratori dei Rioni di Cori, con cui Romolo Palombelli aveva un legame speciale: con loro si recò allo storico festival del folklore di Confolens, in Francia, e insieme decisero di provare a ripetere quell’esperienza a Cori, facendo così nascere il Festival della Collina nel 1974. È peraltro in tutto il suo percorso politico che non fece mai mancare il proprio contributo all’attività degli sbandieratori, come sindaco prima e come presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo poi.
Il programma della cerimonia prevede i saluti istituzionali del sindaco di Cori, Mauro De Lillis, del presidente della Provincia, Carlo Medici, del consigliere regionale, Salvatore La Penna. Seguiranno gli interventi di Tommaso Conti, già sindaco di Cori e promotore dell’intitolazione con delibera approvata durante il suo mandato, e di Pier Giacomo Sottoriva, già presidente dell’Ente provinciale che si occupava di Turismo (prima EPT, poi APT).
Si proseguirà con gli interventi di politici, amministratori e amici che hanno collaborato e vissuto con lui i lunghi anni di attività politica, tante infatti, le manifestazioni di partecipazione e di affetto da tutta la provincia e la regione.
Saranno presenti i giovani della ASD Monti Lepini, che si allenano proprio nello stadio di Stoza: 200 ragazzi indosseranno il berretto con la scritta ‘Stadio Comunale Romolo Palombelli’.
Classe 1930, ROMOLO PALOMBELLI era nato in una famiglia di piccoli artigiani. Laureatosi in giurisprudenza all’università La Sapienza di Roma, iniziò la professione di avvocato, nel corso della quale si batté per l’affrancazione delle terre dei contadini dagli antichi doveri di origine feudale, prestando assistenza legale gratuita alla povera gente. Fin da giovane si dedicò con passione alla politica locale, entrando nel Partito Comunista Italiano, di cui divenne dirigente comunale e provinciale. Come amministratore, non solo proseguì l’opera di ricostruzione del paese dalle macerie della seconda guerra mondiale, ma impresse una forte impronta modernizzatrice, concretizzatasi, tra le tante cose, nella ristrutturazione di quello che divenne l’attuale palazzo comunale e nella realizzazione dell’acquedotto della Stazione per incrementare l’approvvigionamento dell’acqua potabile. La scuola media, l’ospedale civile, la DOC per il vino locale, l’impianto della cantina sociale, oltre alla struttura di Stoza, sono opere che portano la sua firma di amministratore. È scomparso nel 2014.