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Eco X – Ad Aprilia cera degli alveari per misurare le ricadute da incendi di rifiuti urbani

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Si è concluso il progetto “DI” dei Medici per l’Ambiente del Lazio che, utilizzando la preziosa funzione di sentinelle ambientali delle api, ha avviato una sperimentazione per verificare se nelle cere degli alveari della zona di Aprilia si fosse accumulata diossina dopo l’incendio di vaste dimensioni divampato presso il deposito di rifiuti urbani del sito industriale Eco X in Via Pontina Vecchia a Pomezia.

L’incendio, divampato lo scorso 5 maggio, ha generato un’enorme densa nube di fumo nero che, per alcuni giorni, ha sorvolato molte località circostanti secondo un percorso dettato dalla direzione dei venti. Dall’incidente sono scaturite immediate indagini sul territorio in grado di dimensionare l’entità della contaminazione eventualmente verificatasi e, nel caso, fornire elementi di comportamento adeguato a tutta la popolazione interessato.

Il progetto doveva possedere caratteristiche di immediata attuabilità, pur a fronte dell’assenza di fondi a disposizione, ed avere caratteristiche tali da permettere l’esplorazione del territorio interessato. Si è quindi lanciato un appello agli apicoltori della zona di Aprilia, invitando loro a fornire materiale apifero, precisamente telai di cera delle arnie elaborati dalle api nel 2016 (cioè prima dell’incidente), nel maggio del 2017 (nel tempo immediatamente a ridosso dell’incendio) ed infine nello scorso luglio, cioè a distanza di due mesi dall’evento per verificare l’eventuale successiva ricaduta di inquinanti.

Quattro apicoltori hanno consegnato idonei i campioni richiesti di cera di alveare, permettendo così gli esami volti a documentare presenza di metalli pesanti e di diossine. Il Comune di Aprilia ha finanziato economicamente il progetto di monitoraggio ambientale.

Stante i referti analitici, non si è rilevato alcun aumento dei contaminanti tra il campione raccolto nel 2016 e quelli raccolti successivamente all’incidente presso la Eco X, il che indica come non vi sia stata ricaduta di inquinanti, probabilmente dispersi in atmosfera a causa dei venti.

“Siamo certamente lieti del risultato – ha commentato l’Assessora all’Ambiente Alessandra Lombardi – ma anche di aver intrapreso questo genere di studi che utilizzano risorse del territorio e si affiancano ai test portati avanti dagli enti di controllo con tecniche tradizionali. Si tratta di un progetto reso possibile grazie agli apicoltori del nostro territorio, ai Medici per l’Ambiente (ISDE) del Lazio nella persona del professor Roberto Ronchetti e di Milano nella persona del dottor Edoardo Bai, dall’Osservatorio Permanente Ambiente e Salute creato dall’Assessora all’Ambiente del Comune di Roma professoressa Giuseppina Montanari”.

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