Il Coordinamento Antimafia Anzio-Nettuno e la Rete No Bavaglio intervengono sulla vicenda del fallimento della Capo d’Anzio: “è inopportuno – dicono – che la Commissione Prefettizia abbia ricevuto due politici citati nell’inchiesta Tritone, uno dei quali accusato di scambio di voto politico mafioso. Queste persone hanno detenuto il potere ad Anzio, alternandosi alla guida del Comune per quasi 30 anni con il centrodestra. – sottolineano le due associazioni – Sarebbe opportuno che la commissione prefettizia mantenga una ferma posizione di distanza da individui coinvolti in procedimenti giudiziari di tale portata”.
“Il Comune di Anzio, ufficialmente commissariato per mafia in seguito all’inchiesta Tritone che ha portato all’arresto di 65 persone legate alla ‘Ndrangheta, continua ad essere sotto i riflettori. Dopo la capillare indagine che ha svelato una rete criminale estesa che ha infiltrato vari settori della vita pubblica e privata locale, – scrivono le due associazioni – la Commissione Prefettizia, incaricata della gestione del Comune dopo il commissariamento, ha recentemente ricevuto tre politici, due dei quali citati nell’inchiesta.
Uno dei due è accusato di scambio di voto politico mafioso. Gli stessi hanno richiesto un incontro per discutere della situazione della Capo D’Anzio, la società che gestisce il porto cittadino, attualmente in fallimento. Questa vicenda ha avuto rilevanti ripercussioni sull’economia locale, già duramente provata.
Le persone in questione hanno detenuto il potere ad Anzio, alternandosi alla guida del Comune, per quasi 30 anni con il centrodestra.
La loro lunga permanenza al potere e l’inchiesta ancora solleva interrogativi sull’opportunità di un simile incontro, concesso dalla commissione prefettizia.
La decisione della commissione prefettizia di ricevere due politici implicati nell’inchiesta Tritone e, in un caso, accusato di scambio di voto politico mafioso, appare quanto meno discutibile.
In un momento così delicato, in cui la trasparenza e la legalità dovrebbero essere le priorità assolute, è essenziale evitare qualsiasi ombra di legittimazione verso figure coinvolte in accuse così gravi. In considerazione di ciò, sarebbe opportuno che la commissione prefettizia mantenga una ferma posizione di distanza da individui coinvolti in procedimenti giudiziari di tale portata.
Tale atteggiamento è necessario per ristabilire la fiducia nelle istituzioni e garantire un’effettiva rottura con il passato. Solo così sarà possibile avviare un percorso di rigenerazione morale e civile per Anzio, affinché possa finalmente liberarsi dalle ombre della criminalità organizzata e riscoprire il valore della legalità. Infine attendiamo ancora con fiducia che il tribunale di Velletri si pronunci sulla richiesta che riguarda l’incandidabilità di diversi amministratori comunali coinvolti nell’inchiesta Tritone”.