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Fondi Pinqua, i Democratici per Aprilia: “Rischio di nuovo cemento in città”

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Nei giorni scorsi  il Ministero dell’Infrastrutture ha reso noto l’esito del famoso Programma nazionale della qualità dell’abitare (PinQua), con l’obiettivo di riqualificare i centri urbani, ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale e qui giunge la prima, positiva, novità ovvero ai fondi inizialmente previsti (400 milioni), che avrebbero necessariamente fatto una falcidia di progetti, si sono aggiunti i 2,8 miliardi del Fondo complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), permettendo così accettare tutte le proposte arrivate all’alta commissione.

“L’importanza dei fondi aggiuntivi stanziati dalla Unione Europea, – commenta Gianfranco Caracciolo di Democratici per Aprilia – è così diventata premiante per tutti i comuni che si sono candidati con progetti. Il Recovery Plan prende forma e sostanza, diventando accessibile anche per il Comune di Aprilia. Infatti, grazie a questa misura è stato possibile finanziare la totalità dei progetti presentanti, delle 290 proposte presentate, l’alta commissione ne ha ammesso al finanziamento ben 271 e le rimanenti verranno finanziate con la prossima legge di bilancio 2021. Rendendo quindi superflui i criteri, precedentemente stabiliti, per la loro valutazione. Buone notizie, quindi, per il Comune di Aprilia che ha visto ammettere le sue tre ipotesi progettuali con una proposta economica rispettivamente di 15 milioni, una seconda con 14 milioni ed una terza per 11 milioni per un totale di 40 milioni di euro, una cifra che potrebbe dare e rappresentare una svolta per la nostra città. Se in riferimento ai due piani presentati nelle periferie è atteso l’effetto di recupero del territorio e realizzazione di nuove infrastrutture senza nessun consumo del suolo, forti rimangono, da parte  nostra, le critiche nei confronti del progetto relativo al centro urbano. Un progetto che prevede un consistente intervento urbanistico in termini di nuova cubatura, apparendo più come una scorciatoia, per accedere in via semplificata alle comunque e necessarie varianti urbanistiche al piano regolatore, aggiungendo di fatto cemento senza risolvere quei problemi strutturali che da anni aspettano una soluzione, come ad esempio il progetto dello spostamento del mercato settimanale che giace nei cassetti, nonostante abbia ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni e che inspiegabilmente non è stato inserito nel progetto iniziale. Impattando, quindi, negativamente su una realtà sociale già sottoposta da anni a disagi da quasi 40 anni. Avevamo chiesto, a questo scopo, in un nostro precedente comunicato di allargare gli incontri ai comitati di quartiere ed alle associazioni interessate proprio per ampliare il campo delle proposte con interventi che provenissero direttamente dalla cittadinanza interessata. Una richiesta che voleva evitare di trovarsi di fronte ad una città che cresce in termini di cubatura senza nessuna attenzione ai servizi pubblici, di cui già soffre, essenziali per in termini di vivibilità sociale, né al loro adeguamento quali asili, scuole, spazi e verde pubblico, oppure le grandi infrastrutture, come nuovi impianti idrici e depurazione, viabilità. Quella che si sta prospettando non è una Città che si rigenera, ma di una Città che vede perdere la sua prospettiva virtuosa di una crescita ponderata rispetto alle sue potenzialità economiche e produttive.

 

Verso cosa stiamo andando, verso una “Città ossimoro”, dove si continua a costruire case mentre calano le nascite o verso una sempre più ampia “Città dormitorio”? È inevitabile e necessario avere un quadro d’assieme davanti considerando Aprilia una città che già oggi ha 75 mila abitanti e dobbiamo rimarcare che, a tutt’oggi, non è stato completato il vecchio piano regolatore e che, con le varianti approvate negli anni 2000, ci sono ancora a disposizione circa 2 milioni di metri cubi disponibili in più rispetto alle previsioni di piano (tra cubature autorizzabili, autorizzate ma non realizzate, edificate ma invendute…), per non parlare di quanto autorizzato nelle periferie con l’approvazione della variante speciale degli ex abusivi e in arrivo gli ulteriori piani attuativi; senza all’armare nessuno, ma stiamo parlando tra tutto, di ulteriori 50 mila abitanti. Ben oltre le previsioni del piano regolatore (114 mila abitanti). Una constatazione dei fatti che rende lecito il dubbio di quale sia la reale esigenza di continuare a costruire una città, che invece avrebbe bisogno di ben altro per assumere le sembianze di città, dopo aver perso già le connotazioni originali di Città di Fondazione. Nonostante le ottime notizie dei finanziamenti in arrivo e per quanto bizzarro possa sembrare in questi momenti mettersi a sindacare o a riflettere se è il caso di “guardare in bocca a caval donato”, noi come Associazione dei Democratici per Aprilia, ribadiamo, con forza, la nostra contrarietà al Pin.qua relativo al Centro Urbano. Valutiamo positivamente le proposte relativo alle periferie Campo di Carne e Vallelata, interventi in servizi e qualità della vita. Riconosciamo lo sforzo profuso dall’Amministrazione Comunale, soprattutto un apprezzamento agli uffici e ai tecnici comunali che hanno lavorato con dedizione competenza a questo programma, permettendone l’avvio.

All’amministrazione rivolgiamo un monito per il futuro, di prestare maggiore attenzione alle realtà locali, professionali, economiche e sociali. Coinvolgendole nella rigenerazione della nostra Città attraverso i futuri fondi del Recovery Plan. Per questo chiediamo di costituire uno strumento di raccolta delle proposte che nei prossimi mesi saranno oggetto degli interventi finanziati con i fondi del Recovery Plan tra cui l’edilizia scolastica, l’impiantistica sui rifiuti, la rigenerazione urbana e le infrastrutture viarie e pedonali. Per una Città ecologicamente compatibile e nuova nel rispetto del territorio e delle reali esigenze sociali”.

 

 

 

 

 

 

 

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