I residenti della frazione Mazzocchio, dopo i miasmi della Sep, alle prese con gli incendi di rifiuti tossici. Con una nota i cittadini denunciano una grave consuetudine che, da mesi, mette a repentaglio la salute di chi vive nella frazione di Pontinia. Cumuli di rifiuti di ogni genere (contenenti anche plastica) – spiegano – vengono prima abbandonati e poi dati alle fiamme, nel disinteresse totale delle autorità locali”. L’aria in zona è diventata irrespirabile e pericolosa. “Il Sindaco – dicono – aveva promesso che con le telecamere sarebbero cambiate le cose, ma non è così”. In cenere, solo nella giornata di ieri, sono finiti frigoriferi, copertoni, passeggini e resti di lavori edili.
“Non bastano i Miasmi della Sep a rendere un inferno la vita dei residenti di Mazzocchio, area industriale del Comune di Pontinia. A rendere ancor più degradata e pericolosa la frazione è anche un’altra, dannosissima, consuetudine: quella dei rifiuti abbandonati date alle fiamme. L’ultimo episodio – spiegano i cittadino – si è registrato ieri, mercoledì 15 luglio. A prendere fuoco un cumulo di rifiuti abbandonati da giorni in uno degli immensi parcheggi inutilizzati dell’area.
“Purtroppo Mazzocchio è la nuova terra dei fuochi – dicono infuriati i cittadini riuniti in comitato – Qui come nella vera terra dei fuochi si interrano rifiuti e su quei campi viene coltivato Mais. Qui come nella vera terra dei fuochi vengono abbandonati rifiuti in strada e poi quei cumuli vengono dati alle fiamme sprigionando diossina e altre sostanze tossiche che provocano tumori e altre malattie indicibili.
Sono anni che denunciamo come le tante aree abbandonate della frazione vengano utilizzate come discariche abusive. Il sindaco ci aveva assicurato che con l’installazione delle telecamere le cose sarebbero cambiate. I responsabili sarebbero stati puniti e l’area bonificata. Nulla di questo è accaduto. Le telecamere ci sono ma con loro restano le prostitute che ogni giorno stazionano all’angolo della strada e questi cumuli di rifiuti che ciclicamente vengono dati alle fiamme.
Una pratica pericolosissima per la salute dei cittadini e un biglietto da visita decadente per un’area che ormai più che industriale assomiglia a un cimitero di elefanti. Di fabbriche ormai ce ne sono pochissime – concludono i cittadini – Logisticamente l’area è ottimale ma certo come possiamo pensare che un industriale possa decidere di impiantare uno stabilimento tra prostitute e immondizia? Così muoiono anche le poche attività rimaste, molte delle quali a vocazione agricola e turistica che, però, soffocano immerse tra degrado e sporcizia”.