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Il Centenario di Latina è legge. E mette d’accordo maggioranza e opposizione

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Nazzareno Ranaldi capogruppo di Per Latina 2023

Il Centenario di Latina è legge. E mette d’accordo maggioranza e opposizione. «Vigileremo che sia per il bene collettivo e senza nostalgie» dichiarano in una nota congiunta i consiglieri di Lbc, Pd, M5S e Per Latina 2032. «La legge – ribadiscono le forze di opposizione – rappresenta un’opportunità per la nostra città: riportare la cultura al centro del dibattito, non solo cittadino, ma soprattutto nel cuore degli investimenti e della sua progettualità con uno sguardo alla sostenibilità ambientale, che è la grande sfida del nostro tempo». La legge sul centenario di Latina – presentata sabato 10 agosto al Circolo cittadino di Latina – ha visto un iter di approvazione piuttosto rapido e caratterizzato da un consenso trasversale. Presentata dal senatore Nicola Calandrini, e firmata anche dai senatori Fazzone, Paganella e Menia, la proposta ha ricevuto il sostegno della maggior parte delle forze politiche. Il percorso legislativo è iniziato con la presentazione del disegno di legge il 5 luglio 2023 in Senato. Il 12 giugno 2024 l’approvazione, all’unanimità, in Commissione Cultura con il testo che è poi è passato alla Camera dei Deputati dove la Commissione Cultura lo ha definitivamente approvato, facendolo diventare legge dello Stato, il 7 agosto.

Nicola Calandrini – Lidano Grassucci – Matilde Celentano

Tra gli interventi, moderati dal giornalista Lidano Grassucci, quello del senatore Nicola Calandrini: «È necessario – ha dichiarato il senatore  –  sottolineare l’unicità della storia di Latina, una delle città più giovani d’Europa, l’unico capoluogo di provincia italiano con meno di un secolo di vita. Una città che rappresenta un unicum, nata sotto il segno dell’accoglienza e della capacità di resilienza: basti pensare alla bonifica dell’agro pontino e all’ingegno che ha strappato la terra pontina alla palude e alla malaria  ma anche agli ex combattenti della prima guerra mondiale e alle loro famiglie (veneti, friulani e romagnoli) che qui hanno trovato una nuova casa. Come dimenticare le donne e gli uomini che qui già vivevano e lavoravano (Lepini e sud pontino) e gli esuli di Istria e Dalmazia prima e i profughi in fuga dai regimi totalitari dell’est Europa poi che qui sono stati accolti e hanno trovato una nuova possibilità di vita e sviluppo. Oggi si avvia il percorso per la fondazione: entro 90 giorni il Ministero della Cultura dovrà licenziarne lo statuto. Per il 2024 è già previsto un fondo di 200 mila euro. Daremo vita a una serie di iniziative per allargare la base della nuova istituzione, cercando di coinvolgere soggetti privati, pubblici, i Comuni della Provincia e altre istituzioni: la Regione, la Provincia, le Università, gli istituti bancari e assicurativi. Organizzeremo una serie di eventi per la presentazione della fondazione e dei suoi temi con relatori di livello nazionale, e realizzeremo alcuni eventi all’estero: penso, come esempio, alle new town (citta’ nuove) anglosassoni. Della bonifica integrale che interessò il nostro territorio negli anni 30 si parlò molto all’esterno, specialmente in America e in Gran Bretagna attraverso i due quotidiani New York Times e Times. Una vetrina che oggi dobbiamo riconquistare. Il nostro modello è quello del sindaco Nino Corona, che coinvolse i più grandi architetti del suo tempo per dare alla città spazi nuovi e per dare a Latina un respiro non più locale ma europeo. A settembre organizzeremo in Senato anche un convegno per stampa nazionale e internazionale. Non possiamo relegare la portata di una legge dello stato ai confini provinciali. Questo deve essere lo stimolo per lanciare Latina fuori dal proprio confine territoriale e finalmente farla conoscere in tutto il mondo».

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