“Il consiglio comunale di Anzio ha approvato la fideiussione di 1,5 milioni di euro a favore della Capo d’Anzio, società che dal 2000 a oggi ha prodotto solo debiti, contenziosi, denunce e che dal 2011 ha una concessione per realizzare il porto ma si è limitata a gestire l’esistente con risultati fallimentari”. Questo l’intervento della consigliera Lina Giannino.
Il Pd – che per primo sollevò anni fa il problema della gestione societaria e della presenza di un privato, arrivato grazie al sindaco di allora e di oggi – ha votato contro la fideiussione per le ragioni che seguono:
1) La Capo d’Anzio non ha mai restituito il finanziamento di 517.000 euro ottenuto grazie a una precedente fideiussione concessa dal Comune che, invece, ha onorato il debito con la Banca Popolare del Lazio. Come si fa a concedere ancora garanzie?
2) La Corte dei Conti ritenne quella fideiussione “una grave irregolarità contabile”, sarà interessante sapere cosa pensa di questa. Non è un caso che abbiamo chiesto l’appello nominale, ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità
3) Del bilancio 2020, non ancora approvato, leggiamo un compitino del presidente della società secondo il quale con il prestito si mettono due pontili e quattro colonnine e il porto è fatto. Ma chi volete continuare a prendere in giro?
4) Il bilancio 2019 è chiaro: 3,2 milioni di debiti (da quelli con l’erario a quelli con il socio privato, la Regione, i fornitori), 4 di passività, tutti gli indici al di sotto degli standard minimi, revisori dei conti che certificano l’agonia di una società in stato fallimentare. Però si gioca all’ingegneria finanziaria, senza alcuna certezza
5) In queste condizioni, quale istituto concederà credito? E se la Capo d’Anzio, come è stato finora, non riuscirà a onorare l’eventuale prestito il conto salato ricadrà ancora una volta sui contribuenti
La Capo d’Anzio e la mancata realizzazione del porto (quante promesse, quante bugie!) sono il fallimento del centro destra che guida la città dal ’98 a oggi. Non devono pagare i cittadini gli errori delle manie di grandezza che si sono trasformate in un incubo