“Il Giornale di Pantelleria”, diretto dall’apriliana Marina Cozzo, oscurato da Facebook: “Una censura politica o personale?”.
“Da ieri mattina, – scrive la direttrice della testata Il Giornale di Pantelleria, la giornalista apriliana Marina Cozzi – la nostra testata è stata pesantemente limitata da Facebook. Di questa cosa ce ne siamo resi conto, nel primo mattino, allorquando un lettore non trovava più il pezzo che lo vedeva protagonista. Da lì e subito a valanga una serie di messaggi su Whatsapp, su Messenger e una serie di post pubblici suffragavano questo oscuramento. La redazione si è messa, prontamente, all’opera per comprendere cosa fosse accaduto, perchè e come risolvere l’empasse”.
“Facebook, a seguito di segnalazioni di spam e/o contenuto offensivo di tutti gli articoli a partire dal 20 gennaio 2020, – spiega Marina Cozzo – ha eliminato tutti i post pubblicati nella nostra pagina, oscurando altresì il dominio www.ilgiornaledipantelleria.it all’interno dello stesso social. Le segnalazioni sono partite da uno o più soggetti e senza discernimento di temi trattati”.
“Essendo un’azienda privata, nessuno conosce nel dettaglio come Facebook operi nella gestione delle segnalazioni, ma sappiamo che in primis si affida ad automatismi, come algoritmi ed intelligenze artificiali, che non avendo facoltà di pensiero, non sono capaci di discernere tra un effettivo Spam o un contenuto segnalato come tale. Inoltre, non offre una possibilità di replica e risoluzione in tempi brevi, costituendo un danno etico e d’immagine.
Non sappiamo chi possa aver bannato la nostra pagina, – prosegue – sicuramente una persona vile o un gruppo di persone che hanno messo in atto una vera e propria campagna di segnalazioni contro la nostra testata, facendoci oscurare quasi un mese di pubblicazioni e di lavoro.
Ciò che ci preme maggiormente è vedere ripristinato il servizio, poichè, seppur il giornale per sè viva ed è sempre aggiornato, è anche vero che la vetrina costituita dal social network è importante e allettante.
Già in passato si erano presentati simili “blocchi”, ma sporadici e per una manciata di articoli, per cui scrivemmo un post sulla pagina ufficiale e il “fenomeno” si era arrestato. Il reiterarsi dell’azione e con una simile e grave portata induce a pensare ad un vero e proprio atto persecutorio nei confronti della redazione tutta e del suo direttore.
Lesione dell’immagine e libertà di stampa
Allora, – conclude – ricorriamo a tutte le redazioni che desiderino osteggiare una simile provvedimento che censura una testata giornalistica riconosciuta dal Tribunale di Latina al N. 5 il 15.07.2019, ledendo la propria immagine ma anche il diritto alla libertà di stampa e che mette in evidenza quanto questo atto di censura può colpire molte altri giornali”.