Il Teatro Europa di Aprilia, al momento, non riaprirà i battente, nonostante il nuovo Dpcm del Governo abbia stabilito la riapertura per il prossimo 27 marzo. “Una riapertura senza aiuti a copertura dei posti vacanti condannerà a morte tutto il settore dello spettacolo dal vivo, già pesantemente colpito dalla pandemia” ha commentato il direttore del teatro apriliano, Bruno Jorillo, che ha già annunciato non ci sono, affatto, le condizioni per alzare le saracinesche. “Lo spettacolo dal vivo ha bisogno di una programmazione – ha aggiunto Jorillo – che non è possibile garantire con le attuali incertezze sullo sviluppo della pandemia.
“Il 27 marzo è la Giornata Mondiale del Teatro, una data simbolica per ripartire con le programmazioni. Sarebbe il giorno ideale per inaugurare la ripresa degli spettacoli dal vivo che hanno già pesantemente risentito di un anno di mancate attività. Peccato – sottolinea Bruno Jorillo – che non ci sono affatto le condizioni per riaprire. Prima di tutto a causa della percentuale di capienza imposta che prevede fino al 25% dei posti disponibili e comunque non oltre i 200 posti in sala.
Il nostro Teatro Europa – spiega – ha una capienza di 956 posti a sedere. Con questo provvedimento potrebbero entrare meno di 200 persone tra le quali non solo il pubblico, ma anche gli artisti, i tecnici audio e di sala e il personale. Lo spettacolo dal vivo non può essere replicato più volte al giorno come se fosse una pellicola in cui basta riavvolgere il nastro e schiacciare nuovamente play. È il frutto di un grande lavoro di artisti che non sono macchine: recitano, cantano, hanno bisogno di prove, di spazi e di tempi che si devono rispettare e che non permettono di recuperare il taglio dei posti a sedere con una duplicazione delle repliche.
Lo stesso costo di produzione diviene così impossibile da sostenere con l’attuale percentuale di capienza imposta. Un altro nodo non sciolto riguarda la macchina organizzativa. Lo spettacolo dal vivo ha bisogno di una programmazione che non è possibile garantire con le attuali incertezze sullo sviluppo della pandemia.
Lo stesso provvedimento si riserva di intervenire sulla riapertura dei teatri nel caso ci fosse un peggioramento nei numeri del contagio, specie a causa delle varianti del virus. Gli spettacoli dal vivo – continua Jorillo- hanno bisogno di programmazione. Significa che uno spettacolo, frutto di mesi di lavoro di artisti, registi e tecnici va calendarizzato per tempo per essere pubblicizzato. Si comprende bene quanto sia poco praticabile per i teatri privati poter riaprire in presenza di una tale incertezza sanitaria variabile da settimana in settimana.
Per non parlare degli accorgimenti sanitari, del coprifuoco dalle ore 22 e dell’impossibilità di spostarsi tra Regioni che rendono ancora più complessa la programmazione”.
“Bruno Jorillo – si legge nella nota stampa – non si tira certo indietro nelle sfide. Lo ha dimostrato quando, nonostante tutte le difficoltà burocratiche e finanziarie, ha preso in mano le sorti del teatro Europa e lo ha riaperto il 28 marzo 2015. Da allora e fino all’anno scorso, il teatro Europa è stato un centro pulsante di cultura, di musica e di spettacolo ad Aprilia con una programmazione fitta e di alto livello capace di attrarre spettatori da tutto il Lazio. Questa volta però, la sfida è improponibile.
“Senza aiuti a copertura dei posti vacanti – tira le somme Jorillo -, o almeno di una parte di essi o del costo dei lavoratori, la corsa alla riapertura che le Istituzioni stanno conducendo condannerà a morte il settore dello spettacolo dal vivo tutto. Perché bisogna ricordare che oltre allo spettacolo, in programma ci sono dei costi fissi ben definiti come Vigili del Fuoco, Energia, Riscaldamenti, personale, pulizie nonché costi mai venuti meno come l’affitto e le tasse, che i biglietti venduti non riuscirebbero a coprire.
Le spese sarebbero in ogni caso superiori. Secondo me, poiché la salute dei cittadini viene prima di tutto, i teatri torneranno ad essere fruibili solo quando questa pandemia sarà del tutto o in gran parte risolta. Con ogni probabilità, ma dipenderà certamente da tanti fattori e in particolare dall’andamento della campagna di vaccinazione, si potrà ripartire non prima di ottobre prossimo”.