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Incendio alla Loas di Aprilia, “A 3 anni dalla EcoX, nulla è cambiato”

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Incendio alla Loas di Aprilia, l’intervento di Elena Mazzoni-responsabile nazionale ambiente PRC-Sinistra Europea.

“Da ieri sera, l’impianto di deposito e trattamento rifiuti della Loas Italia srl, nel polo artigianale poco distante dal centro di Aprilia, è devastato da un incendio che ancora i vigili del fuoco stentano a tenere sotto controllo.

La colonna di fumo nera che si leva dal sito e che sta rendendo l’aria della zona irrespirabile, ha spinto molti residenti ad allontanarsi dalle proprie case, in via precauzionale.

È ancora presto per fare valutazioni sull’impatto ambientale del disastro e solo nelle prossime ore l’#ArpaLazio renderà pubblici i risultati delle analisi effettuate, ma sembrano esserci ben pochi dubbi sulla natura tossica delle emissioni, essendo stati rasi al suolo dalle fiamme ben tre capannoni, in cui erano stoccate plastiche e carta.

Senza considerare la penetrazione nel terreno delle acque inquinate, utilizzate per lo spegnimento dell’incendio.

Ciò che è chiaro sin da ora, invece, è che si tratta dell’ennesimo episodio evidenziante l’insostenibilità e l’iniquità dell’intero ciclo dei rifiuti e la necessità di un ritorno urgente alla sua gestionale interamente pubblica.

Appena tre anni fa, eravamo stati costretti ad affrontare la medesima questione in occasione  del rogo della EcoX di Pomezia.

Nonostante il tempo trascorso, e la dura condanna inflitta dal Tribunale di Velletri ai responsabili di quel disastro ambientale, sembra che nulla sia cambiato.

Perché la giustizia può perseguire le responsabilità penali individuali, ma non quelle politiche, da attribuirsi, ora come allora, a chi ancora si ostina a considerare il ciclo dei rifiuti una ghiotta occasione di profitto per i privati, a chi rimane sordo alle istanze ambientaliste che hanno animato i movimenti giovanili del Friday for Future e, in ultimo, anche a quella parte di ecologismo che nega la necessità urgente della sovversione del sistema capitalistico come unica strada per praticare la salvezza del nostro pianeta.

Sappiamo che ciò che proponiamo richiede volontà politica, organizzazione, tempo, e non può essere ottenuto subito.

Subito, invece, possiamo pretendere che ci si spieghi come mai la Società che gestiva i capannoni andati a fuoco, la Loas srl, non avesse evidentemente improntato un adeguato sistema antincendio, come mai le autorizzazioni per svolgere la propria attività fossero state prorogate solo lo scorso 24 giugno dalla Provincia di Latina, nonostante fosse stata coinvolta nell’inchiesta DarkSide condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ed avente ad oggetto proprio lo sversamento illecito di rifiuti in una cava della periferia apriliana, vicenda che aveva portato, nel 2017, all’arresto di un cittadino di Aprilia, socio al 50% della Loas srl.

Il tutto mentre il 6 agosto è arrivato il via libera del consiglio regionale al PianoRifiuti del Lazio che era atteso dal 2012 e che prevede la realizzazione di almeno 6 impianti di stoccaggio, uno per la capitale e un altro per ognuna delle cinque province.

Un piano che obbligherà la provincia di Roma ad avere 3 discariche e che continuerà ad avere al centro della gestione dei rifiuti il ruolo dei privati

Serve realizzare un sistema circolare di gestione e recupero, anziché mega-discariche private all’interno di un piano che non prevede un alcun vero quadro completo e nessuna traccia di programmazione in termini di impianti di medio-piccole dimensioni e di prossimità che rappresenterebbe l’unico modo di confrontarsi con le comunità locali.

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