Incendio di domenica alla LOAS di Aprilia: l’Arpa Lazio, l’Agenzia Regionale Protezione Ambientale, mostra in foto il primo filtro prelevato dal campionatore. Con un post, pubblicato sulla propria pagina Facebook, l’Arpa spiega il perché – in occasione di incendi che richiedono un monitoraggio della qualità dell’aria – non è possibile dare risultati in tempo reale.
“Per prima cosa, – spiega l’Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Lazio – il nostro personale deve raggiungere il luogo dell’incendio e trovare un sito adatto e sicuro per l’installazione del campionatore, lo strumento che ‘aspira l’aria’ e ne trasferisce il contenuto su un filtro.
Il campionamento, con gli strumenti attualmente in uso, dura circa 12 ore. Successivamente, – si legge nel post dell’Arpa – i filtri vengono portati ai nostri laboratori per le analisi, ma le analisi sono un processo lungo e delicato, che si articola in più fasi:
– Estrazione: le sostanze inquinanti vengono ‘prelevate’ dal filtro e trasferite in un liquido analizzabile (estratto).
– Purificazione: l’estratto così ottenuto viene pulito dallo sporco che renderebbe più difficile la ricerca degli inquinanti oggetto di analisi. Più il filtro è sporco, più questa fase è lunga.
– Fase strumentale: in cui si arriva a determinare le quantità effettivamente presenti nel campione delle sostanze ricercate (nel caso specifico degli incendi: Diossine, IPA, PCB).
Ognuna di queste fasi dura diverse ore. Ed ecco perché dal momento in cui viene installato il campionatore, possono essere necessarie anche 48 ore o più per avere i risultati delle analisi.
Per mostrare di cosa si parla:
nella prima foto, il primo filtro prelevato dal campionatore in occasione dell’incendio di domenica alla LOAS di Aprilia:
Nella seconda foto, come confronto, un filtro bianco e uno dei filtri raccolti dai campionatori in occasione dell’incendio al TMB Salario di Roma a fine 2018: