“L’inceneritore da 600.000 tonnellate annue che tratterà l’indifferenziato di Roma – scrive Andrea Ragusa per Grillini Apriliani e Cittadini Pentastellati – sorgerà nell’estrema periferia a sud di Roma, a pochi passi dal nostro comune, ed esattamente in località Santa Palomba, a Pomezia, a circa 11 km in linea d’aria dal centro di Aprilia, a circa 8 km da Campoleone e a circa 9 km dal quartiere Poggio Valli – Vallelata.
L’emergenza rifiuti secondo il partito dei “favorevoli e dei pragmatici” si potrebbe risolvere in questo modo, incenerendo fino a combustione completa tutto il “tal quale” possibile, scaricando i problemi sui comuni vicini, localizzando l’impianto a un estremo lembo del proprio territorio, producendo “esternalità” negativa. Riempiranno con camion di immondizia le strade (o i treni, stando alle ultime surreali notizie di stampa) e bruceranno rifiuti davanti casa dei cittadini, mentre la raccolta differenziata a Roma continuerà a rimanere un miraggio per i prossimi anni; l’impianto oltretutto risulterà sovradimensionato quando (e se) il Comune di Roma sarà riuscito ad incrementare la differenziata.
L’impianto sarà dotato di una ciminiera alta 100 metri che spanderà i suoi effluvi nel raggio di chilometri; una ripercussione insostenibile a danno dei cittadini.
Bruciare rifiuti richiede un processo di combustione ad alta temperatura che produce oltretutto ceneri, emissioni e crea discariche ancora più pericolose delle precedenti in cui smaltire. In realtà Gualtieri dice che saranno previsti impianti di “inertizzazione delle ceneri”, bisogna vedere se li faranno veramente. Idem l’impianto sperimentale di cattura CO2. Si tratta di impianti industriali e gli effetti emissivi sono quelli tipici di un processo di combustione sia in termini di microinquinanti (tra cui IPA, diossine e furani) che di macroinquinanti. È vero che ci sono dei sistemi di abbattimento dei principali inquinanti che fuoriescono dall’inceneritore, ma volendo questo impianto bruciare “il tal quale” non possiamo sapere con certezza che cosa sarà emesso nell’ aria e soprattutto non possiamo escludere malfunzionamenti.
Altro che “impatto zero! L’impatto di questi impianti sulla salute dei cittadini e sull’ambiente ci sarà eccome. Inoltre, per produrre una quantità accettabile di energia ed essere economicamente sostenibili devono poter lavorare a pieno regime, bisognosi, costantemente, di combustibile (rifiuto indifferenziato). I rifiuti più “energetici” sono carta e soprattutto plastica, che sono anche tra quelli che si differenziano meglio, quindi la costruzione di questo impianto rischia di diventare un potente disincentivo alla raccolta differenziata.
Una scelta politica questa, calata dall’alto sui territori, non sostenibile per l’ambiente e per i cittadini. Un progetto targato PD, ma largamente condiviso dalle varie forze politiche (da Azione alla Lega) che potrebbe avere ricadute, sulla popolazione che risiede nelle aree limitrofe, e anche su alcuni quartieri apriliani, vista la loro vicinanza.
Nessun commento dai rappresentanti politici apriliani, non una parola e/o informative a tutela dei cittadini potenzialmente interessati e preoccupati. Forse i rappresentanti politici locali “faticano” a opporsi, legati alle scelte prese ai “piani alti” dai partiti che rappresentano, o forse più semplicemente sono distratti dalla tipica atmosfera natalizia tra presepi e festicciole? Un silenzio assordante!
Vogliamo ricordare a questi signori che chi viene eletto per amministrare, stringe un patto con i cittadini, si impegna a difendere i loro interessi, a difendere il territorio dove vivono, in tutti i modi e utilizzando tutti i mezzi.
Teniamo conto che i rappresentanti di Fratelli D’Italia potrebbero chiedere alla Premier Meloni un semplice emendamento di poche righe per indurre il Sindaco Gualtieri a rispettare il piano rifiuti regionale che non prevede nuovi inceneritori nel Lazio, e il PD potrebbe richiamare il suo Sindaco. Quindi, le proteste strumentali sul territorio sono inutili se non si vuole parlare ai vertici dei propri partiti.
In altre aree dove insistono impianti di questo tipo, come nel caso dell’inceneritore Silla 2, situato nella zona nord-ovest di Milano, le indagini epidemiologiche per valutare lo stato di salute della popolazione residente esposta alle ricadute hanno evidenziato eccessi di rischio significativi per la mortalità per patologie respiratorie nella zona ad alta esposizione, maggiori ricoveri ospedalieri e accessi al pronto soccorso rispetto alla popolazione non esposta. Non è possibile escludere una serie di effetti negativi sulla salute umana di questa metodica di trattamento dei rifiuti.
Ora i Sindaci, assessori, ma anche i consiglieri di maggioranza e di opposizione dei comuni limitrofi, dai Castelli Romani ad Aprilia – conclude Ragusa – devono fare fronte comune e richiedere indagini conoscitive, preventive ed eventualmente una valutazione di impatto sulla salute con cui si possano stimare gli effetti potenziali sulla salute di una popolazione e la distribuzione di questi all’interno della popolazione stessa. Con questo comunicato ribadiamo il nostro NO a questo mega-bruciatore di rifiuti che interessa da vicino anche il nostro territorio. L’unica strada percorribile e sostenibile a nostro avviso è mettere in atto strategie per la riduzione dei rifiuti, potenziare e migliorare la raccolta differenziata e il recupero di materia, come d’altronde raccomanda l’Unione Europea, che non finanzia questi impianti. I cittadini e l’Unione Europea chiedono un miglioramento della qualità della vita, aria più pulita e un ambiente sano dove vivere”.