Inquinamento marino sul litorale di Ponente, a Terracina: il Circolo locale di Legambiente “Pisco Montano” presenta un esposto – indirizzandolo al Comune, alla Capitaneria di porto, ai Carabinieri, all’Arpa, alla Asl e alla Procura di Latina – sul grave episodio accaduto lo scorso martedì 4 giugno.
“Dalle nostre prime analisi, effettuate attraverso sopralluoghi e raccolta di materiale spiaggiato, – ha spiegato la presidente del circolo Legambiente, Anna Giannetti – la maggior parte dei rifiuti, tutti di materie plastiche, provenivano da allevamenti di mitilicoltura e residui di serre agricole con teli di nylon, plastica e flaconi di pesticidi”.
Agli Enti, attraverso l’esposto, viene chiesto di procedere ad un’approfondita ricerca su cosa abbia reso possibile un tale livello di inquinamento marino, visibile su tutto il litorale, la sua entità e provenienza, i rischi associati per l’ambiente e la salute, e di accertare eventuali responsabilità.
Ecco il testo dell’ESPOSTO inviato via PEC a:
Comune di Terracina, nella persona del Sindaco, Assessore Ambiente e Ufficio Ambiente
Polizia Municipale
Capitaneria di Porto di Terracina
Capitaneria di Porto di Gaeta
Carabinieri
Carabinieri Forestali
Direzione Centrale Arpa Lazio
Arpa Lazio sezione di Latina
ASL Latina
Procura di Latina
Spett.li Amministrazioni, Enti e Forze dell’Ordine, Spett.Procura di Latina,
martedì scorso 4 giugno è avvenuto a Terracina un episodio di imponente e continuativo inquinamento ambientale del mare, soprattutto nella zona del Lungomare di Ponente. L’episodio è durato tutto il giorno almeno dalle 11 alle 18, con una graduale riduzione del fenomeno dalla mattina alla sera.
Da nostre prime analisi, effettuate attraverso sopralluoghi e raccolta di materiale spiaggiato, la maggior parte dei rifiuti, tutti di materie plastiche, provenivano da allevamenti di mitilicoltura (numerose reste sono infatti state ritrovate) e residui di serre agricole con teli di nylon, plastica bianca e flaconi di pesticidi e materiale in plastica scura per irrigazione.
Altro materiale era costituito da imballaggi di plastica mono-uso, soprattutto confezioni di pasta, contenitori in plastica, e altro materiale era invece davvero molto piccolo, con pezzi di plastica da 2.5 a 50 cm. Alcuni di questi pezzi di plastica sembravano a vista frutto di una triturazione meccanica in quanto non presentavano bordi arrotondati come nel caso dei pezzi soggetti a degradazione naturale. Inoltre vi erano anche alcuni rifiuti galleggianti come ad esempio una notevole quantità di assorbenti igienici.
Il fenomeno era molto visibile su tutto il litorale poichè oltre i rifiuti spiaggiati si potevano vedere una notevole quantità di rifiuti plastici galleggianti proprio vicino alla riva e sono stati molti i turisti, anche stranieri, che camminando sulla battigia chiedevano spiegazioni su quanto successo.
Della nostra raccolta e successiva pulizia, abbiamo conservato alcuni interessanti reperti, che forniamo su richiesta, se fossero necessari per l’accertamento del fatto.
Chiediamo pertanto di procedere ad una approfondita ricerca su cosa abbia reso possibile un tale livello di inquinamento marino, di cui alleghiamo foto, di che fenomeno si sia trattato, la sua entità e provenienza, i rischi associati per l’ambiente e la salute, le eventuali responsabilità, in modo che sia possibile prevenire l’eventuale ripetersi del fenomeno dannoso nel corso della breve e preziosa stagione estiva.
Siamo anche disponibili, come Circolo Legambiente, nelle persone di Anna Giannetti, Gabriele Subiaco e Angela Pitteri a fornire testimonianza oculare su quanto accaduto. Chiediamo altresì di essere tenuti informati sull’andamento della ricerca”.