Interrogatorio in carcere a Rebibbia ieri per il giudice di Latina Giorgia Castriota e per il compagno, il commercialista Silvano Ferraro, arrestati lo scorso 20 aprile dalla Guardia di Finanza di Perugia per corruzione ed induzione indebita, assieme ad una terza persona, la collaboratrice Stefania Vitto, finita ai domiciliari; ieri, al termine del confronto, gli atti dell’interrogatorio di Giorgia Castriota e di Silvano Ferraro sono stati secretati. Entrambi hanno risposto alle domande del Gip, chiarendo le loro posizioni e respingendo le accuse. Giovedì prossimo sarà interrogata i Procura a Perugia anche la terza indagata, Stefania Vitto.
Le ordinanze di applicazione della custodia cautelare dello scorso 20 aprile sono state firmate dal Procuratore di Perugia Raffaele Cantone.
I reati contestati ai tre, a vario titolo, sono di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, corruzione in atti giudiziari ed induzione indebita a dare o promettere utilità. Il Gip Giorgia Castriota e Silvano Ferraro sono stati destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre Stefania Vitto di un’ordinanza cautelare degli arresti domiciliari.
L’indagine è partita dalla denuncia del rappresentante legale pro tempore di alcune società sequestrate.
Secondo l’ipotesi accusatoria, il giudice di Latina “non solo avrebbe direttamente nominato e agevolato il conferimento degli incarichi a persone con cui intratteneva rapporti personali consolidati, ma avrebbe percepito, sistematicamente, parte dei compensi in denaro liquidati da lei stessa nell’ambito dell’amministrazione giudiziaria o corrisposto, a titolo di compenso, dalle società sequestrate”.