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Istat: incidenti stradali, in aumento nelle province di Latina e Frosinone

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Indagine Istat sugli incidenti stradali nel Lazio. Si tratta di un focus che si riferisce ai dati raccolti ed analizzati nel 2019. Nel Lazio si sono verificati in tutto 18.910 incidenti stradali che hanno causato la morte di 295 persone e il ferimento di altre 26.042. Rispetto al 2018, aumentano gli incidenti (+1,6%) e i feriti (+2,0%) mentre diminuiscono sensibilmente le vittime della strada (-12,7%), in linea con la tendenza nazionale. Il costo sociale di tutti questi incidenti, nel Lazio l’anno scorso è stato di quasi due milioni di euro, con un incidenza sul totale nazionale del 10%. L’incidentalità stradale è più alta nei capoluoghi, nel litorale e nelle province di Roma e Frosinone e Latina. L’indice di mortalità ha raggiunto, l’anno scorso, i valori più critici nelle province di Latina e Frosinone.

Il Lazio rispetto agli obiettivi europei

I Programmi d’azione europei per la sicurezza stradale, per i decenni 2001-2010 e 2011-2020, impegnano i Paesi membri a conseguire il dimezzamento dei morti per incidente stradale con una particolare attenzione, nel decennio in corso, agli utenti vulnerabili.

Nel periodo 2001-2010 le vittime della strada si sono ridotte del 38,4%, meno della media nazionale (-42,0%); fra il 2010 e il 2019 diminuiscono anche gli incidenti (-32,0%) e i feriti (-33,1%). Nello stesso lasso di tempo (2010-2019) l’indice di mortalità sul territorio regionale è rimasto invariato (1,6 deceduti ogni 100 incidenti) e registra un valore di poco inferiore a quello medio nazionale che si riduce (da 1,9 a 1,8). (Tavola in allegato)

Nel 2019, l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani), periti in incidente stradale, nel Lazio è inferiore alla media nazionale (42,7% contro 45,2%). 

Guardando invece agli utenti vulnerabili secondo il ruolo che essi hanno avuto nell’incidente (conducenti/passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni) il loro peso relativo (sul totale dei deceduti) misurato nella regione è superiore nel 2019 a quello nazionale (53,2% contro 49,6%). Negli ultimi nove anni (2010-2019) l’incidenza di pedoni deceduti è sensibilmente aumentata nel Lazio passando da 16,8% a 21,4%, nel resto del Paese da 15,1% a 16,8% (Figura 1).

I costi sociali

Nel 2019 il costo dell’incidentalità con danni alle persone è stimato in quasi 17 miliardi di euro per l’intero territorio nazionale (279,5 euro pro capite) e in più di 1.750 milioni di euro (298,2 euro pro capite) per il Lazio; la regione incide per il 10,4% sul totale nazionale (cfr. Glossario e Nota metodologica a fine testo, Tavola in allegato).            

Il rischio di incidente stradale

Tra il 2018 e il 2019 diminuiscono gli indici di mortalità (da 1,8 a 1,6 decessi ogni 100 incidenti) e di gravità (da 1,3 a 1,1 deceduti ogni 100 deceduti e feriti); in lieve aumento, invece, l’indice di lesività (da 137,1 a 137,7 feriti ogni 100 incidenti).

L’incidentalità stradale è più alta nei capoluoghi, nel litorale e nelle province di Roma e Frosinone e Latina dove si concentrano i comuni in cui sono verificati più di 1,9 incidenti ogni 1.000 abitanti. L’indice di mortalità raggiunge i valori più critici (oltre 9,9 morti ogni incidente stradale) nelle province di Frosinone e Latina.  Gli indici di lesività e di gravità assumono i valori più elevati (rispettivamente, oltre 161,6 feriti ogni incidente stradale e più di 6 morti ogni 100 persone morte o ferite in incidenti stradali) nei comuni situati prevalentemente nelle province di Frosinone, Latina e Viterbo.

Nel 2019 il maggior numero di incidenti (14.581, il 77,1% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 157 morti (53,2% del totale) e 19.003 feriti (73,0%). Rispetto all’anno precedente i sinistri aumentano del 2,2% in ambito urbano e del 2.8% sulle strade extraurbane mentre diminuiscono dell’8,3% sulle autostrade. Gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane (4,0 decessi ogni 100 incidenti) e sulle autostrade (3,1 ogni 100).  Tra le strade extraurbane con più incidenti l’autostrada A90 (Grande Raccordo Anulare) occupa il primo posto con 581 incidenti. Seguono l’A90 (Grande Raccordo Anulare) e l’A1 Milano-Napoli (autostrada del sole) e le vie consolari Pontina, Appia, Salaria e Cassia dove si sono verificati oltre 100 incidenti stradali. Sulle strade urbane il 51,6% dei sinistri stradali avviene lungo un rettilineo. Sulle strade extraurbane tale percentuale sale al 63,7%. In ambito urbano gli incidenti che avvengono in corrispondenza degli incroci rappresentano il 20,6% del totale, seguono quelli che si verificano nei pressi di una intersezione (17,0%) e in curva (7,9%). Lungo le strade extraurbane il 18,5% degli incidenti si verifica in curva, l’8,3% nei pressi di una intersezione (Figura 4 e Cartogrammi in allegato).

I mesi e le ore più a rischio

Nel periodo primaverile ed estivo la concentrazione degli incidenti è elevata, in coincidenza con la maggiore mobilità legata a periodi di vacanza. Tra maggio e settembre si contano

7.937 incidenti (il 41,8% di quelli avvenuti durante l’anno) in cui hanno subito lesioni 10.998 persone (42,2%) e 126 sono decedute (42,7%) (Figura 5). Il 79,0 % degli incidenti ha luogo tra le 8 e le 20 ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nella fascia oraria tra le quattro e le cinque del mattino (7,8 morti ogni 100 incidenti) con un valore di molto superiore alla media giornaliera (1,6) (Figure 6 e 7). Nelle notti del venerdì e sabato si concentrano il 42,5% degli incidenti notturni, il 45,7% delle vittime e il 44,3% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 2,9 decessi ogni 100 incidenti.

Gli incidenti stradali nelle aree urbane, intermedie e periferiche

Nel Lazio il 73,8% degli incidenti stradali è concentrato nei Poli urbani ; considerando anche le Aree di cintura, che comprendono i comuni più prossimi ai Poli, si arriva all’83,3% del totale. Nei comuni delle Aree interne, caratterizzate da distanze superiori ai 20 minuti di percorrenza dai Poli urbani, gli incidenti rappresentano il 16,7% del totale regionale.

Nel totale dei Centri il numero delle vittime è in diminuzione del 17,3% rispetto al 2018, nelle Aree Interne non ci sono variazioni rispetto all’anno precedente (Prospetto 2).

Anche gli indicatori statistici di mortalità e gravità evidenziano una situazione critica nelle Aree interne, dove nel 2019 si registrano valori (rispettivamente 2,9 e 1,8) superiori alla media regionale (1,6 e1,1). Nel totale dei Centri gli indicatori statistici di mortalità e gravità (rispettivamente 1,3 e 1,0) diminuiscono rispetto al 2018.

I comportamenti a rischio e le persone coinvolte

La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (71,3%); la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (5.381 casi, 55 vittime e 7.928 feriti), seguita dal tamponamento (3.821 casi, 39 decessi e 5.799 persone ferite). La tipologia più pericolosa è l’urto con ostacolo accidentale (3,9 decessi ogni 100 incidenti), seguono lo scontro frontale (3,7) e l’investimento di pedone (2,2). Gli incidenti a veicoli isolati risultano più rischiosi, con una media di 2,6 morti ogni 100 incidenti, rispetto a quelli che vedono coinvolti più veicoli (1,2).

Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, la guida distratta, il mancato rispetto delle regole di precedenza o il semaforo, la distanza di sicurezza sono le prime tre cause di incidente (escludendo il gruppo residuale delle cause di natura imprecisata). I tre gruppi costituiscono complessivamente il 24,2% dei casi. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide da sola per il 16,7% (Tavola 14, in allegato).

Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per la classe di età 65+ anni (7,6 per 100mila abitanti). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 67,8% delle vittime e il 66,6% dei feriti in incidenti stradali, le persone trasportate il 10,8% dei morti e il 22,4% dei feriti, i pedoni il 21,4% dei deceduti e l’11,0% dei feriti. Il 57,1% dei pedoni rimasti vittima di incidente stradale appartiene alla classe di età 65+ mentre il 58,6% dei pedoni feriti ha più di 45 anni. L’indice di lesività standardizzato assume i valori più elevati nelle classi di età 15-29 anni (832,8) e 30-44 anni (576,1) (Figure 8-11)(b).

            (b) Nelle figure è stata eliminata la modalità “età imprecisata”, riferita ai passeggeri morti o feriti sugli altri veicoli coinvolti oltre il terzo. Per questi individui, dei quali si conosce solo l’esito e la

numerosità, non si rilevano, infatti, le caratteristiche anagrafiche, tra cui l’età.

La mobilità e l’incidentalità stradale ai tempi del COVID19: primi dati del 2020

L’arrivo della pandemia da COVID19 ha modificato radicalmente le abitudini di tutti e la mobilità ha avuto una battuta d’arresto come mai si era verificata prima. Nel periodo di lockdown il tasso di mobilità (percentuale di persone che hanno compiuto almeno uno spostamento in giornata, ad eccezione dei tragitti a piedi inferiori ai 5 minuti) è passato dall’85% al 32% mentre la lunghezza media degli spostamenti è diminuita del 40%.

Un effetto positivo è sicuramente dato dalla diminuzione di incidenti stradali dovuta alla minore esposizione al rischio. I primi dati, forniti dalla Polizia Stradale e dall’Arma dei Carabinieri per gli incidenti stradali con lesioni a persone (circa un terzo degli incidenti totali registrati), nel periodo gennaio-aprile 2020, mostrano in maniera evidente gli effetti dell’entrata in vigore dei Decreti, che hanno istituito prima le zone rosse in alcune regioni del Nord Italia (DL n. 6 23/2/2020) e successivamente il confinamento di tutta la popolazione sull’intero territorio nazionale (DCPM del 9 marzo 2020).

Dal confronto dei dati settimanali di incidentalità con l’anno precedente, emergono diminuzioni che nella regione Lazio toccano anche punte dell’86,4% (91,0% in Italia) tra la fine di marzo e l’inizio di aprile; i il numero degli incidenti stradali si è ridotto del 62,6% a marzo e dell’82,4% ad aprile (72% a marzo e 85% ad aprile in Italia).

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