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La Sogin apre all’ex centrale nucleare di Borgo Sabotino, a Latina, il cantiere per smantellare i 6 boilers, del peso di 3.700 tonnellate.

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La società Sogin ha aperto presso l’ex centrale nucleare di Borgo Sabotino, a Latina, il cantiere dove verranno svolte le complesse attività di smantellamento dei sei generatori di vapori (chimati boilers); si tratta dei caratteristici cilindri rossi posizionati all’esterno dell’edificio reattore, che quando la centrale era in esercizio permettevano di trasferire il calore dall’anidride carbonica all’acqua, producendo così il vapore necessario ad attivare le turbine e a produrre energia elettrica.

“Sarà un’attività particolarmente complessa. – fanno sapere dalla Sogin, società di Stato incaricata dello smantellamento degli ex impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi – Ogni boiler, infatti, è alto 24 metri con un diametro di 6, per un peso complessivo di 3.700 tonnellate”.

“Attualmente sono in corso i lavori di realizzazione delle strutture di confinamento – spiega la Sogin – che consentiranno di isolare e mantenere in sicurezza, per tutta la durata delle operazioni, le aree interessate dalle attività di taglio dei boilers e di movimentazione dei materiali, rispetto all’ambiente esterno.

Il progetto prevede il successivo sezionamento di ciascun boiler in nove parti cilindriche, del peso ciascuna di circa 90 tonnellate, procedendo progressivamente dall’alto verso il basso. La tecnica adottata sarà il taglio con filo diamantato, che consente contemporaneamente di sezionare anche i componenti interni al generatore di vapore (tiranti, distanziatori, mensole, lamiere, ecc.).

Le porzioni cilindriche saranno portate a terra con un’apposita gru per poi essere trasferite all’interno della Stazione di trattamento materiali, già realizzata, dove saranno rimossi i fasci tubieri, tagliato il mantello esterno in parti più piccole e decontaminato con acqua ad alta pressione. Gran parte delle operazioni saranno svolte con l’impiego di sistemi robotizzati ad alta tecnologia.

I materiali metallici derivanti dal taglio del mantello – conclude la nota della società – verranno rilasciati e destinati al recupero, mentre per i fasci tubieri è previsto il trattamento mediante fusione presso un operatore qualificato, in linea con la strategia di economia circolare di Sogin basata sulla minimizzazione dei rifiuti radioattivi”.

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