“La Zona Rossa per parrucchieri ed estetisti potrebbe essere il colpo di grazia”: il sindacato Bellezza e Benessere della Confcommercio Lazio Sud lancia un grido di allarme; di fronte alle ultime restrizioni evidenzia, la gravissima situazione che il settore sta attraversando e l’urgenza di interventi economici di sostegno per le imprese del settore. “Tra l’aumento della diffusione del virus e la paura dei clienti, le nostre imprese hanno perso molto del loro volume di affari, – spiega Elena Nardone, Presidente del Sindacato Bellezza e Benessere – nonostante gli investimenti fatti per garantire sicurezza. Molte colleghe e colleghi non vedono più una possibilità di ripresa – evidenzia – e stanno pensando di non riaprire”. Il Sindacato chiede l’intervento delle Istituzione nella lotta all’abusivismo della professione e per la messa in campo di ristori.
“Siamo stati tra gli ultimi a riaprire dopo il primo lockdown dello scorso anno, – spiega Elena Nardone, Presidente del Sindacato Bellezza e Benessere – abbiamo condiviso con le Istituzioni precisi protocolli igienico-sanitari per il riavvio delle attività, abbiamo responsabilmente riorganizzato i modi e i tempi di lavoro nelle nostre strutture, sopportando pesanti impatti economici.
A Natale abbiamo subito restrizioni a singhiozzo, che hanno messo in condizioni di disparità parrucchieri ed estetisti, permettendo aperture differenziate, ma, soprattutto, abbiamo avuto, anche nei periodi di Zona Arancione e Gialla, una notevole contrazione del lavoro.
Tra l’aumento della diffusione del virus e la paura dei clienti, le nostre imprese hanno perso molto del loro volume di affari, nonostante gli investimenti fatti per garantire la sicurezza di dipendenti e clientela, in attività delicate come le nostre.
Abbiamo cercato, con sforzi economici personali, di sostenere la nostra attività, per non chiudere e, in particolare, per non creare ulteriore disoccupazione; una disoccupazione, soprattutto, femminile, in un momento in cui i dati generali sull’occupazione delle donne sono drammatici. E, mentre le nostre imprese assumevano comportamenti responsabili a 360 gradi, l’abusivismo cresceva, tra l’indifferenza di troppi.
“In questa ulteriore battuta di arresto purtroppo – prosegue Elena Nardone -non siamo considerati tra le attività essenziali, senza che sia stata valutata l’evoluzione del nostro lavoro, nel sentiero della cura delle persone; molte colleghe e colleghi non vedono più una possibilità di ripresa e stanno pensando di non riaprire.
Il Sindacato non li sta lasciando, e non li lascerà soli, attraverso una consulenza mirata, supporto al credito e assistenza nella presentazione di domande per le varie forme di ristoro. Ma non basta! – conclude – E’ necessario un occhio di riguardo per il nostro settore, da parte delle Istituzioni, sia nella lotta all’abusivismo sia per la messa in campo di risarcimenti/ristori mirati e di finanziamenti ad hoc non onerosi”.
“Facciamo appello alle Istituzioni a sostenerci, ricordando a tutti che siamo un elemento importante del tessuto socio-economico delle città ma anche e, soprattutto, della cura e del benessere delle persone” ha concluso la Presidente Nardone.