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L’Aprilia Rugby investe nel settore femminile: “Voglia di riscatto”

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Nuovo appuntamento con la rubrica dell’Aprilia Rugby “A TUXTU CON…”.

Questa settimana abbiamo incontrato le ragazze del nostro settore femminile che sono una delle componenti su cui la nostra società ha sempre creduto. Infatti da anni con un lavoro costante nel tempo di propaganda nelle scuole e non solo si è riusciti a mantenere vivo un settore troppo spesso abbandonato dai più. Il nostro Club, in controtendenza rispetto alla maggior parte delle società, ha sempre investito per le nostre ragazze soprattutto con importanti partnership come quella con il settore femminile del Rugby Frascati Union 1949 che dalla scorsa stagione ha portato alcune nostre atlete a partecipare al campionato nazionale di Seria A. Inoltre la stessa partnership si sta trasformando in un progetto sul medio e lungo termine mirato proprio allo sviluppo del settore non solo a livello locale ma a livello territoriale (ma di questo ne parleremo presto in un’apposita intervista). Ma sentiamo dalle parole delle ragazze le loro esperienze, la loro testimonianza ed il loro modo di vivere il rugby.

Rompiamo subito il ghiaccio e saluto Marialaura Mendico, responsabile tecnico del settore femminile e giocatrice seniores che ha militato nel campionato 7 femminile con la nostra maglia e prossima esordiente in Prima Squadra nel campionato di serie A con il Rugby Frascati Union 1949. Allora Marialaura iniziamo questa panoramica sul mondo del rugby Femminile:

Il rugby femminile è riscatto è voglia di parità, superamento di pregiudizi e di prototipi. La donna non è tacchi e gonna. La donna è lotta per i valori, è contatto. Tutto questo è rugby! Ma è anche fango, ferite e si fa fatica ad associare questo alla femminilità. Rugby al femminile significa stravolgere uno stereotipo di donna ma non la donna in sé stessa. È difficilissimo fare rugby per una donna e mai uno sport aveva così tanto messo in evidenza quello che può fare una donna ogni giorno insieme ad altre donne. Il rugby lascia segni fisici… è vero. Segni su un corpo femminile che nessuno accetta, compreso un papà rugbista… Forse dobbiamo semplicemente farci due domande non sullo sport e sul rugby ma sulla nostra mentalità. Per questo è difficile allenare le donne, per questo è difficile essere una giocatrice di rugby.

A questo punto la domanda che mi viene in mente è “Cosa significa essere una rugbista”. Voglio chiederlo ad Annamaura Passacantilli nostra atleta Under 16 nonché una delle veterane del settore essendo ben 5 anni che veste la nostra maglia:

Essere una rugbista significa tante cose insieme. Innanzitutto significa avere sempre amiche su cui contare, le compagne di squadra, coloro che ti capiscono solo con uno sguardo e sanno quanto vali davvero. Significa allenarsi per raggiungere il proprio meglio e per essere felici con sé stesse. Significa sacrificio, perché le ragazze che, come me giocano a questo sport, sanno che la realtà del rugby femminile in Italia si sta costruendo ora. Significa avere una seconda famiglia su cui contare, le persone che fanno parte del mondo rugbistico hanno spirito di fratellanza e mi sento a casa anche durante il terzo tempo con le avversarie. Significa essere me stessa, perché mentre gioco non penso a nulla solo a tirare fuori il meglio di me.

Le parole di Annamaura mi hanno portato a chiedermi quanta passione deve avere una ragazza per giocare a rugby e ho posto questa domanda ad Eleonora Fiori nostra atleta fin dai tempi dell’Under 14 oggi educatrice per l’Under 6, atleta Under 18 e prossima esordiente in Prima Squadra in Serie A:

Per giocare a rugby ci vuole molta passione. La passione ti porta a fare ore di allenamento senza che questo sia mai un peso, ti fa sopportare gli sforzi fisici e mentali. Dopo un infortunio è la passione che ti fa tornare in campo, ti spinge a continuare gli allenamenti per migliorare giorno dopo giorno. La passione è anche quando ti chiedono: “oggi esci?” e tu rispondi: “Non posso ho allenamento” perché cerchi di mettere sempre il rugby al primo posto. É bello quando hai avuto una brutta giornata e sai che la sera avrai allenamento e puoi sfogarti. In campo riesci ad esprimere te stessa, le tue emozioni e riesci a sentirti “libera”. Quando pratichi sport e ci metti passione l’importante non è il risultato o le classifiche quello che importa è saper superare i propri limiti cercando di dare il meglio, divertendosi e cercando di rimanere unite in campo con la propria squadra. Se non hai passione non puoi definirti atleta.

Vediamo quindi come nasce questa passione. Lo abbiamo chiesto ad Ilaria Cirma anch’essa tra le nostre veterane, atleta Under 18 e anche lei prossima esordiente in Prima Squadra in Serie A:

Ho conosciuto il rugby grazie ad un progetto che la società ha fatto con le scuole di Aprilia, dopo alcune lezioni ho deciso di fare la settimana di prova ormai quasi 7 anni fa ed ho iniziato a praticarlo a livello agonistico.

Il lavoro nelle scuole è un’importante attività per provare a portare ragazzi a conoscere e praticare il rugby. Come detto da Ilaria sono molte le ragazze che hanno iniziato a giocare anche in “tenera” età. Abbiamo chiesto allora ad Arianna Martino la più giovane delle nostre ragazze e atleta Under 14 come ha cominciato e come sta affrontando questo salto di categoria.

Ho iniziato a frequentare dal primo anno dell’Under 8 seguendo mio fratello che era in Under 6. La squadra che si è creata ha dato modo a me ed ai miei compagni di crescere e formarci rugbysticamente molto bene. Abbiamo vinto anche molti tornei uno dei più importanti al Lupo di Gubbio incontrando squadre di altre regioni. Nel frattempo ho ricevuto delle convocazioni regionali e l’ultima interregionale a L’aquila in occasione della partita della nazionale femminile. Il passaggio alla categoria femminile dal minirugby nel quale si gioca maschi e femmine insieme al momento non è avvenuto sul campo a livello di partite o competizioni per via del covid, ma spero quanto prima di potermi confrontare anche in queste categorie e dare il mio contributo migliore. Cambiare totalmente settore può spaventare perché saluti tutti compagni che negli anni hanno fatto parte della squadra, ma fa parte del gioco e quindi si deve sempre puntare in alto!

Abbiamo voluto parlare di infortuni con Cristine D’Emilia nostra Educatrice per l’Under 10

Il rugby è sempre stata una parte fondamentale della mia vita, dopo anni di vita agonistica purtroppo un anno e mezzo fa, per colpa un vecchio infortunio non curato che con il tempo si è aggravato, ho dovuto smettere di giocare. Dopo questo lungo periodo non ho ancora potuto ricominciare perché dovrò sottopormi ad un altro intervento. Tuttavia grazie al mio ruolo di allenatrice cerco di trasmettere la mia grande passione che ho per questo sport.

Indubbiamente questa stagione continua ad essere condizionata dalle restrizioni imposte a causa del Covid-19. Voglio rivolgere la mia ultima domanda a Flavia De Min altra nostra veterana. Allora Flavia presentati e raccontaci la vita di una “rugbygirl” in una stagione “normale”.

Sono Flavia De Min, ho 14 anni e da 6 anni gioco a rugby. Ho scoperto questo sport alla scuola elementare e da subito mi è piaciuto molto. Il rugby si basa sul rispetto delle regole, dell’avversario e dell’arbitro e sullo spirito di squadra. Questo sport mi ha permesso di vivere molte belle esperienze come essere convocata nelle varie rappresentative regionali della mia età, partecipare agli allenamenti a Roma con le mie compagne e prendere parte a diversi tornei in varie regioni d’Italia. Non scorderò mai la prima convocazione: era il mio primo anno di Under 14 femminile, andai a giocare a Prato ed è stata una bellissima esperienza. La stagione di una “rugbygirl” comincia i primi di settembre con il ritiro precampionato nel quale si inizia la preparazione atletica con le compagne di squadra. Durante la stagione gli allenamenti si svolgono 3 volte a settimana e ogni 15 giorni si giocano le partite di campionato con le squadre avversarie. Una volta ogni due mesi circa si svolgono gli allenamenti regionali in preparazione alla selezione per gli incontri interregionali. È bellissimo rappresentare la propria regione e giocare con e contro delle ragazze che amano il rugby come me e che mettono molta passione in quello che fanno. Il campionato termina i primi di giugno ma gli allenamenti proseguono per tutto il mese e durante l’estate ci sono altre belle iniziative come i campi estivi. Essere una “rugbygirl” comporta molti sacrifici ma la soddisfazione nel giocare ripaga di tutto.

Passione, sacrificio, tenacia, sostegno. Queste le parole che hanno fatto da leitmotiv in questa intervista alle nostre ragazze. In ultimo non posso che sottolineare le parole di Flavia “…giocare con e contro delle ragazze che amano il rugby come me e che mettono molta passione in quello che fanno” che sono in fondo la perfetta sintesi del Rugby!

Ringrazio le nostre Rugbygirl ed i loro genitori per la disponibilità a questa intervista e come sempre vorrei ricordare a chi magari leggerà questa intervista che può trovarci tutti i pomeriggi dal Lunedì al Venerdì dalle 18:00 alle 20:00 presso il nostro campo in via della Meccanica ad Aprilia. Aspettiamo tutti bambini, bambine, ragazzi, ragazze, uomini e donne dai 4 anni in poi!

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