Ben oltre 300, tra docenti e personale Ata, hanno partecipato all’assemblea unitaria organizzata online dai sindacati Gilda Unams, Flc Cgil e Cisl scuola, sulla scia della mobilitazione indetta su tutto il territorio nazionale e che ha coinvolto nella sola giornata del 13 maggio, in una serie di riunioni web, più di 400mila insegnanti, collaboratori scolastici, amministrativi, tecnici e ausiliari degli istituti.
“Un’ottima risposta da parte del personale – afferma Patrizia Giovannini, coordinatrice provinciale della Gilda di Latina – a dimostrazione che tra i docenti e tutto il personale Ata c’è un gran bisogno di confrontarsi e discutere sulla attuale situazione di emergenza. Una discussione e un dialogo che, invece, in questi mesi sono mancati con il Ministero dell’Istruzione, il quale si è dimostrato sordo agli appelli delle parti sociali rispetto ai problemi sollevati dai lavoratori della scuola: didattica a distanza, strumenti iniqui e risvolti negativi sugli studenti e docenti, eccesso di ritardo, carenza di indicazioni e di sicurezza in vista degli esami di stato, insufficienza se non totale assenza di idee su come ripartire il prossimo anno scolastico garantendo il diritto allo studio per tutti nonché adeguate tutele per il personale scolastico”.
I segretari provinciali dei tre sindacati intervenuti all’assemblea hanno sottolineato tutti la necessità di attivare immediatamente un protocollo di sicurezza nazionale, da calare poi nelle singole realtà scolastiche, di mettere in campo un piano straordinario di investimenti in personale, edilizia scolastica, infrastrutture, strumenti per tornare a svolgere l’attività didattica in presenza il prossimo anno scolastico, di stabilizzare i precari con percorsi di reclutamento che diano la certezza di coprire tutte le cattedre fin dal primo settembre e senza rischi per la salute.
“L’emergenza sanitaria – sottolinea Giovannini – ha portato la scuola ad affrontare una sfida senza precedenti, quella di attuare il diritto all’istruzione attraverso la didattica a distanza, sia pur nella considerazione unanime che questa rappresenti uno strumento di natura prettamente emergenziale e non sostitutivo della didattica in presenza. E’ stato uno sforzo collettivo enorme e per questo è doveroso ringraziare tutti coloro che lo hanno prodotto, in primis gli insegnanti. La Dad ha permesso di mantenere attiva la relazione educativa con gli alunni, seppur abbia in troppi casi, per carenza di strumentazione, accentuato squilibri e disuguaglianze a danno delle fasce sociali più deboli e delle aree territoriali con maggiori criticità. Per questo ci auguriamo che, se sarà necessario confermarla per motivi di sicurezza, rimanga come residuale, cioè come strumento di appoggio integrativo alla didattica in presenza. Ad ogni modo questa modalità di lavoro, attualmente non disciplinata, andrebbe definita contrattualmente, magari attraverso un accordo tra le parti, al fine di regolare diritti, impegni e orari di lavoro con la conseguente previsione
di dotazione di strumenti e connessioni a costo zero sia per i docenti sia per gli alunni. Analogamente si dovrà provvedere a definire meglio le condizioni e la fornitura di adeguata strumentazione per il lavoro agile del personale Ata che, pur in presenza di una norma di riferimento che istituisce lo smart working (legge 81\17), oggi non è in grado di sopperire alle esigenze lavorative richieste da remoto”.