Sono ben 83 le piccole Caretta caretta che hanno iniziato il loro viaggio nelle acque del Mediterraneo. Un eccezionale evento che può contribuire a far crescere l’attenzione e la sensibilità per la natura e la biodiversità. Il nido di tartaruga marina scoperto sul litorale di Fondi, ha regalato tra il 28 ed il 29 Agosto, non soltanto al Mar Mediterraneo, ben 83 tartarughine venute al mondo grazie anche all’appassionato e competente lavoro dei ricercatori che dal 5 di luglio, data di rinvenimento della deposizione delle preziose uova di Caretta caretta, hanno studiato la covata e monitorato il sito di riproduzione.
Uno straordinario lavoro quello portato avanti dal personale regionale delle Aree Protette del Lazio e della Direzione Capitale Naturale, Parchi e Aree Protette, oltre che da associazioni e dai volontari della rete della Regione Lazio “Tartalazio”, che ogni anno riescono a salvare, reinserendole in mare dopo un percorso di cura e assistenza, circa 2.000 tartarughe, che vengono soccorse perché colpite da eliche di barche oppure restano intossicate per aver ingerito pezzi di plastica o ami da pesca lasciati nelle acque o sulle spiagge.
“Queste creature animali, comparse nel periodo tardo triassico dell’era mesozoica, circa 220milioni di anni fa – ricorda il direttore dell’Ente Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi, Lucio De Filippis – sono tra le più antiche del nostro Pianeta. Dovrebbe bastare solo questa considerazione, per averne molto più rispetto!”.
“Siamo convinti – aggiunge il dott. De Filippis – che esperienze vissute come questa che si è appena conclusa positivamente sulla spiaggia di Fondi – una porzione di territorio che, anche se maltrattata in passato, conserva tuttora la sua speciale naturalità sia verso terra con le dune di Capratica ed i laghi, quello Lungo e quello di Fondi, e sia verso il mare con le praterie sottomarine di posidonia – possano accrescere la sensibilità ed il rispetto per la biodiversità, che altro non è che la nostra unica e concreta assicurazione sulla Vita”.
“Una diffusa conoscenza della Natura e del nostro patrimonio biologico – conclude il direttore dell’Ente Parco – insieme a una onesta divulgazione scientifica dei sistemi viventi, sono le vere garanzie di sicurezza e salubrità dei nostri contesti sociali di esistenza. Questo è il nostro compito. E noi continuiamo, tutti insieme, ad essere protettori di bellezze ambientali e responsabili custodi di biodiversità!”.