Lo spettacolo “Istoria di un’anima” di e con Piero Morelli, Bio-dramma dall’opera di Giacomo Leopardi, va in scena al teatro Opera Prima di via dei Cappuccini a Latina. L’appuntamento è per questo venerdì 16 febbraio alle 21.00. E’ necessaria la prenotazione al 333/36.80.593.
“Istoria di un’anima” Bio-dramma dall’opera di Giacomo Leopardi di e con Piero Morelli
“Forse soltanto i grandi negatori sono i grandi innamorati della vita; forse soltanto loro sanno cogliere la trafiggente bellezza del caduco, il fascino ultimo di ciò che è nato per svanire”; è così che esordisce il commento di A Silvia di Rolando Damiani – Andrea Rigoni, per la collana I Meridiani Mondadori.
Istoria di un’anima (titolo dato dallo stesso Leopardi ad un progetto di autobiografia romanzata del 1828 rimasto incompiuto) è il tentativo di tracciare una “biografia drammatica” che intende legare vita, pensiero e produzione letteraria di una delle più elevate “anime” del suo e di tutti i tempi. In un percorso che scandisce cronologicamente biografia e letteratura di Giacomo Leopardi, vengono dunque intrecciate le fonti comunemente definite più “autobiografiche”, l’epistolario e lo Zibaldone, agli scritti poetici e prosastici più e meno noti, a partire da esperimenti eruditi giovanili come La dissertazione sopra i sogni, il Saggio sugli errori popolari degli antichi, la Storia dell’Astronomia e da abbozzi di opere quali il “flusso di coscienza” degli appunti dei Ricordi d’infanzia e d’adolescenza, al magistrale autore dei Canti, da Il primo amore a La luna, a La vita solitaria al Canto Notturno di un pastore errante dell’Asia a A stesso, fino al mordace prosatore delle Operette Morali.
Nella pur fluttuante e lacerata “storia dell’anima” leopardiana si evidenziano così alcune costanti tematiche: l’amore idealizzato e intenso per figure femminili e maschili, le considerazioni sull’infinito e la teoria del piacere, la visione di una Natura benigna-maligna, fattrice e distruttrice dell’uomo e, soprattutto, la lunarità della sua produzione, che si evidenzia nei frequentissimi appelli alla regina della notte, simbolo di infinito e di purezza ma anche dell’imponderabile e tragico mistero dell’universo, e spesso contrapposta alla luce-ragione proveniente dal Sole, distruttiva di qualsiasi “lunare” illusione umana.
Ed è proprio l’alternarsi, fisico e simbolico, di luce e tenebra a caratterizzare la messinscena, riflettendo drammaturgicamente l’insanata scissione del pensiero leopardiano: esse domineranno uno spazio scenico vuoto, stanza-prigione recanatese illuminata fiocamente dalle candele di una scrivania dove il giovane conte soffoca in uno studio “matto e disperatissimo” il suo inesauribile anelito di vita, ma anche biblioteca-mondo, infinito non-luogo e non-tempo dove si è drammaticamente espressa l’inesausta creatività di colui che, proprio nell’abbozzo di Istoria di un’anima, temeva di non avere a lasciare di sé “alcun vestigio durevole”, divenendo, al contrario, nella considerazione dei posteri, uno dei più elevati genii della tradizione letteraria occidentale. A sottolineare tali contrasti contribuisce l’accompagnamento musicale, tratto da sonate di Beethoven.
Autore dell’adattamento, regista ed interprete di Istoria di un’anima è Piero Morelli, docente, regista e attore teatrale, autore di vari adattamenti e regie da Shakespeare (What is the night?, All the world’s a stage, Shakespeare’s evil), Tasso (Aminta), Poe (A dream within a dream), Wilde (The Canterville ghost), Boccaccio (Elegia di Madonna Fiammetta), Laclos (Le relazioni pericolose). Ha inoltre collaborato, in qualità di recensore, a riviste teatrali locali e nazionali quali la “storica” Primafila.
Opere da cui è stato tratto il testo:
- Storia di un’anima (frammento di opera) 1828
- Lettera a Monaldo Leopardi, 10 Ottobre 1807 (prima lettera dell’epistolario)
- Lettera ad Adelaide Antici, 26 Marzo 1809
- Progetti, frammenti e abbozzi vari di opere
- Dissertazione sopra i sogni, 1811
- Poema di forma didascalica sulle selve e le foreste (appunto di opera)
- Saggio sugli errori popolari degli antichi, 1815
- Storia dell’astronomia, 1813
- Zibaldone 1401-2, 28 Luglio 1821
- Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica, 1818
- Ricordi d’infanzia e adolescenza, 1819
- Canti- Il primo amore, 14-16 Dicembre 1817
- Lettera a Pietro Giordani, 21 Novembre 1817
- Canti- Alla luna, 1819
- Canti- Infinito, primavera, autunno 1819 e Zibaldone, 166-7 luglio 1820 e 11 Febbraio 1821
- Zibaldone 14-15
- Lettere a Pietro Giordani, 21 Marzo 1817- 30 Aprile 1817- 30 Maggio 1817- 5 Dicembre 1817- 2 Marzo 1818- 21 Giugno 1819- 26 Luglio 1819
- Lettera a Monaldo Leopardi, fine Luglio 1819
- Canti- La vita solitaria, estate 1821
- Lettera a Gian Pietro Viesseux, 4 Marzo 1826
- Estratti da lettera a Pietro Giordani, 4 Agosto 1823 e a Carlo Leopardi, 22 Marzo 1823
- Estratti da Zibaldone 2384- 2 Febbraio 1822/ 4 Giugno 1822 / 3497-3506- 23 Sett 1823
- Zibaldone 3990- 17 Dicembre1823 – lettera a Brighenti, 22 Giugno 1821
- Zibaldone 4138 -12 maggio 1825
- Operette morali – Elogio degli uccelli, 29 Ottobre-1 Novembre 1824
- lettera a Carlo Leopardi, Bologna 30 maggio 1826
- Lettera a Pietro Ercole Visconti, Firenze, 7 ottobre 1830
- Canti- XXXIX, Novembre-Dicembre 1816
- Zibaldone, 25-26 Settembre 1826-4205-6
- dedicatoria per la prima edizione fiorentina dei Canti 1831, Firenze 15 dicembre 1830
- citazione da Rousseau presente in Zibaldone 7 Maggio 1832 / Zibaldone 19-22, Aprile 1826
- Canti- Canto notturno di un pastore errante dell’Asia- Recanati, 22 Ott 1829- 9 Apr 1830
- Lettere a Antonio Ranieri, Firenze 24 nov-1 dic-6 dic-8 dic-11 dic-18 dic-‘32-5 gen 1833
- Lettera a Luigi De Sinner, 22 dicembre 1836
- Lettera a Monaldo Leopardi, 27 maggio 1837
- Canti- Il tramonto della luna, 1836
- Canti- A se stesso, primavera 1835