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“L’ospedale Dono Svizzero di Formia in emergenza”

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“L’ospedale Dono Svizzero di Formia è in uno stato di assoluta emergenza. Chiuso in un abisso di carenze. Affossato dalla mancanza di adeguato personale per assicurare la piena funzionalità dei reparti e l’erogazione di servizi ai cittadini. Una situazione che evidenziamo da oltre cinque anni, recependo il grido di allarme di utenti e personale, e su cui con spirito propositivo abbiamo sempre chiesto risposte che, purtroppo, da parte di Zingaretti non sono mai arrivate. Fa piacere in questo contesto che anche l’esponente del Pd, Francesco Carta, abbia finalmente preso atto di emergenza strutturale su cui non si può continuare ad agire solo seguendo quella che è la politica degli annunci. Un ospedale come quello di Formia, riferimento per tutto il comprensorio centro sud della provincia di Latina, non può continuare a sopravvivere tra stenti e disagi. È inaccettabile che l’ospedale di Formia sia Dea di I livello ma solo sulla carta. Che servizi fondamentali per l’emergenza urgenza cui la struttura è deputata, come la cardiologia o l’emodinamica, operativa solo sei ore al giorno dalle 8 alle 14 dal lunedì al venerdì, non possano essere assicurati a causa della carenza di personale. I reparti sopravvivono a stento. Un quadro che peggiora se pensiamo che l’ ortopedia rischia la chiusura perchè si regge sulla presenza di soli tre medici che non riescono a coprire i turni e la notte fa ricorso alla reperibilità. La ginecologia tira a campare facendo leva su medici esterni in rapporto libero professionale. I dipartimenti sono, fatte alcune eccezioni, ancora privi di primari. Falle che si accentuano se pensiamo che il Dono Svizzero di Formia rappresenta un riferimento anche per il Fiorini di Terracina e il San Giovanni di Dio di Fondi a loro volta costretti ad un limbo di incertezze. Il San Giovanni di Dio di Fondi è diventato la caricatura di se stesso a causa del mancato potenziamento dei servizi e del personale che erano stati assicurati da Zingaretti e Casati ad ottobre dello scorso anno e di cui ad oggi non vi è traccia. Il Fiorini di Terracina attende, tra promesse e rimandi, la realizzazione dell’Osservazione breve intensiva di cui non si vede traccia. Di fronte a questi elementi la Regione Lazio guidata di Zingaretti anziché rimboccarsi le maniche e passo dopo passo dare risposte ai cittadini ha pensato di proseguire sulla strada di una sanità al ribasso. Tanto che oggi gli unici atti amministrativi esistenti parlano di ulteriori tagli e di ennesime scelte al ribasso nell’offerta sanitaria pontina. Se Zingaretti non recepirà le nostre richieste a breve la nostra provincia sarà privata anche di quei presidi fondamentali nell’organizzazione della rete territoriale che i Punti di primo intervento rappresentano. Basti pensare che solo i PPI di Minturno e Gaeta contano su circa 35 mila accessi l’anno che in assenza di qualsiasi altra alternativa si riverseranno inevitabilmente, anche per una puntura di insetto, sul pronto soccorso di Formia già allo stremo. Quello che preoccupa ulteriormente è che di fronte a questo tracollo di servizi e strutture di quanto annunciato non si vede l’ombra. La stessa realizzazione della Casa della salute a Gaeta oggi è solo una ipotesi perché il contentino elettorale di 600 mila euro stanziati da Zingaretti, rispetto ad un progetto stimato dalla stessa Regione di 2 milioni di euro, serviranno al massimo per dare una imbiancata alle pareti. Non siamo mai stati contrari alla razionalizzazione ma siamo fermamente contrari a questo declassamento di strutture e servizi che Zingaretti attua metodicamente sul nostro territorio. La sanità non è un parchimetro che va ad ore e la malattia non conosce weekend. Serve un cambio di passo rapido. Servono misure straordinarie ed urgenti per adeguare il personale e rendere i reparti pienamente funzionanti, per impedire quel vuoto in termini di assistenza che anche la chiusura dei Punti di primo intervento porterà con sé. E, soprattutto, Zingaretti e Casati si attivino affinchè gli interventi promessi da anni diventino reali. Altrimenti l’unico risultato sarà la chiusura per disinteresse e stenti delle strutture sanitarie della provincia di Latina”.

 

Lo dichiara in una nota il presidente della commissione regionale sanità, Giuseppe Simeone

 

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