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Lotta alla pesca di frodo: la Guardia Costiera di Terracina sequestra 2 chilometri di attrezzatura da pesca illegale.

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Lotta alla pesca di frodo: la Guardia Costiera di Terracina sequestra 2 chilometri di attrezzatura da pesca illegale. Sono complessivamente 300 le nasse trovate posizionate illegalmente, ieri mattina, su circa 2 chilometri di cima e immerse nelle acque di competenza. Gli attrezzi da pesca – posti sotto sequestro – erano collegati a rudimentali galleggianti, tra cui bottiglie di plastica trasparenti, e costituivano anche un reale pericolo per la navigazione. Il  pescato trovato all’interno delle nasse, ancora vivo, è stato restituito al mare.

“L’attrezzatura rinvenuta e le modalità di utilizzo – spiega nel dettaglio la Guardia Costiera di Terracina – sono risultati difformi dalle previsioni della vigente normativa nazionale e comunitaria che impone il segnalamento e la marcatura dell’attrezzatura da pesca con l’impiego delle previste boe, aste e bandierine segnaletiche, idonee a renderla chiaramente distinguibile in mare e a permettere l’immediata identificazione del pescatore professionale autorizzato al suo utilizzo.

Gli attrezzi da pesca sequestrati erano infatti collegati a rudimentali galleggianti, tra cui bottiglie di plastica trasparenti, indubbiamente scelti dal trasgressore ostacolarne l’avvistamento, in quanto presumibilmente sprovvisto della relativa licenza da pesca per il loro utilizzo, così da costituire anche un reale pericolo per la navigazione.

Le nasse sono state salpate e il pescato ancora vivo, tra cui anche del novellame della specie “Scyllarus arctus”, conosciuta come “cicala di mare”, è stato restituito al mare.  Il materiale sequestrato, una volta conclusi tutti gli atti di rito, sarà distrutto come rifiuto speciale.

L’attività di controllo effettuata dalla Guardia Costiera, che proseguirà e verrà intensificata, si rende pertanto necessaria non solo a garanzia della sicurezza della navigazione e della tutela dell’ambiente marino, ma soprattutto a contrasto del fenomeno della pesca di frodo che danneggia la risorsa ittica e non da ultimo la categoria dei pescatori professionali che operano nel rispetto delle vigenti normative”.

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