“Approvare un regolamento nell’ottica di recuperare con certezza solo 4 milioni di euro, per il periodo che va dal 2013 al 2016, e di lasciare insoluto tutto il resto, mi riferisco ai 42 milioni di euro lasciati in eredità da Tributi Italia, mi sembra un po’ poco. A questo punto se anche la rottamazione favorirà qualche cittadino che ha intenzione di mettersi in regola con i tributi, alla fine altro non è da parte dell’esecutivo un modo per pulirsi la coscienza. Non vedo però all’orizzonte una situazione semplice per le casse del comune”.
Il consigliere comunale Carmen Porcelli commenta l’approvazione in consiglio comunale del regolamento per la definizione agevolata.
L’approvazione del Regolamento relativo alla definizione agevolata delle ingiunzioni di pagamento ex decreto legge n.193 del 2016 concederà la possibilità ai cittadini o alle aziende che non hanno pagato i tributi notificati negli anni dal 2000 al 2016 di poter regolarizzare la propria situazione presentando una istanza di adesione alla definizione agevolata.
L’approvazione del regolamento è obbligatoria per quei comuni che:
– Hanno gestito in proprio la riscossione e l’accertamento;
– Hanno affidato a società private, regolarmente iscritte all’albo dei riscossori, il servizio di accertamento e riscossione
L’approvazione del regolamento non è invece obbligatoria per quei comuni che:
– Hanno utilizzato Equitalia per la riscossione coattiva
“Come è ben scritto nell’allegato al regolamento approvato dal consiglio comunale, si tratta di una istanza di adesione su base volontaria – scrive in una nota stampa la consigliera – mi chiedo però quale è lo scopo di questo regolamento, solamente quello di rottamare vecchie cartelle ed agevolarne il pagamento? Tutto questo per circa 4 milioni di euro? E se chi ha ricevuto la bolletta decide di non pagare, il Comune a quel punto cosa farà? Invierà le lettere di accertamento?”.
“Ho rivolto questa domanda – continua la consigliera – poiché ricordo molto bene le dichiarazioni del sindaco e dell’assessore alle finanze in riferimento al recupero dei 32 milioni di euro di tributi evasi ed accertati da Tributi Italia, tributi che sono iscritti in bilancio alla voce residui attivi. Le notifiche sono state inviate ai contribuenti ma il Comune non è in grado di dimostrarlo: e allora? Come programmare questa mole di lavoro, inoltre, se anziché potenziare l’ufficio tributi si ha intenzione di svuotarlo?”.
“Non vorrei che questo regolamento fosse soltanto utile a qualcuno a pulirsi la coscienza oppure ad aprire le porte ad un’altra azienda privata che magari dovrà effettuare gli accertamenti. Ovviamente, come ha confermato l’assessore Mastrofini, senza fare alcun bando di gara ma spacchettando il coattivo. Esattamente lo stesso ragionamento utilizzato per acquistare i secchi della differenziata. Insomma, lo chiamano supporto ma poi è in realtà un affidamento diretto. Tanto a pagare, poi, sono i cittadini”.