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Il maestro Guadagnuolo espone ad Ardea

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Francesco Guadagnuolo, dentro le sue opere sculture-installazioni, rivela la tragedia, il male e lo strazio della morte, tutto si svolge in un tempo che va oltre la nostra realtà, ed accende un barlume di raggio di sole indice di speranza.

Il Transrealismo di Guadagnuolo “immobilizza” l’istante e lo contraccambia senza un tempo, presentandolo al di là della realtà, in un’altra dimensione trans-metafisica mortale.

Così il Comune di Ardea (RM) ha ben pensato di commemorare la ricorrenza riservata ai morti anche in ricordo di Nicolina e Noemi le due ragazze morte tragicamente per mano umana, grazie all’arte di Francesco Guadagnuolo.

Il mese di novembre inizia secondo la tradizione con uno stato d’animo mesto, dedicato ai Santi e alla rievocazione dei nostri estinti. Una meditazione sentita e necessaria che in questo caso affronta un argomento complesso che Ardea ha pensato di sostenere facendosi rappresentare attraverso l’espressione dell’arte. Infatti, l’opera di Guadagnuolo enuncia amore e morte estesa verso il futuro e vivificata dal desiderio di speranza che il male non deve prevalere sul bene.

L’opera dell’artista, desidera chiaramente innestare una riflessione alla speranza per un messaggio salvifico educativo, indirizzato alle nuove generazioni per un futuro più sano. L’idea di base sono quei segni cagionevoli del dono della vita che converte la morte in speranza, che Guadagnuolo ha deciso di realizzare con queste opere. Poiché si tratta di due adolescenti, Guadagnuolo sente il bisogno di raccontare l’accaduto in forma di favola, dunque come sviluppo ludico in cui l’immagine viene riesumata e presentata in forma di visione per un memorial-onirico.

Le opere sono chiaramente di alto effetto emotivo. Le composizioni, i colori, invitano ad una riflessione sul dramma profondamente umano della morte. Una fantasia consistente quanto manifestata dall’arte di Guadagnuolo, dove la forma del cuore esprime l’amore vero più spirituale che terreno. Guadagnuolo, come per Chagall, lega i colori ad un preciso stato d’animo: le scarpette rosse indicano simbolicamente la violenza subita; la farfalla esprime, con le sue ali, la libertà negata; il teschio, dal candore bianco, denota la purezza disperduta con la morte stessa; il nero rappresenta il crimine, la separazione dalla vita, dunque la morte. Il tutto cerchiato da tre rose rosse come il sangue della vita che si sparge in terra, concepito dall’ampio effetto emotivo, metaforico e visivo. Guadagnuolo richiama alla memoria la religiosità che è intimamente connessa al sovrannaturale. Sono essenze-presenze che cercano l’incontro del sentimento-umano. Il tempo viene dilatato e ne emerge il distacco dalla vita terrena in una pace surreale. La scena, indubbiamente, esprime uno stato d’animo di melanconia e fa apparire la tremenda solitudine in cui, a volte, le famiglie si trovano davanti a fatti del genere.

Artista sensibile, Guadagnuolo è particolarmente vicino alla tematica, mostra anche in queste opere una particolare carica spirituale e una grande considerazione alla vita che lo conducono a comprendere ed esprimere, con la sua distinguibile cifra stilistica, i timori e le inquietudini del vivere quotidiano.

L’esposizione sarà presentata Giovedì 2 novembre 2017, alle ore 18,00 con il Patrocinio del Comune di Ardea presso la Sala Consiliare, via Laurentina, Ardea (RM), con ingresso libero.

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