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Marina di Latina, il Senatore Calandrini (FdI): “operatori abbandonati dall’Amministrazione Comunale”.

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“L’amministrazione comunale ha abbandonato la Marina di Latina. L’ultima mareggiata ha eroso ulteriormente la spiaggia, danneggiando in alcuni punti le strutture in legno lasciate dagli operatori degli stabilimenti balneari. Per anni si sono sentiti dire che il ripascimento si farà, sono stati fatti accordi e tavoli di concertazione, ma in pratica non è stato mosso un centimetro cubo di sabbia in più per evitare che la furia del mare continui ad assottigliare le coste”. Lo dichiara il senatore pontino di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini.

“Così come sono anni – dice – che sappiamo che domani, 31 dicembre 2020, scadranno le concessioni demaniali marittime. Anche questo è stato un tema a lungo dibattuto, senza trovare una soluzione. Il comune di Latina avrebbe potuto prorogare le concessioni, ma non lo ha fatto né si è degnato di cercare una soluzione alternativa, pur sapendo che il tempo stava inesorabilmente stringendo. Non si tratta di infrangere la legge, perché proprio la legge prevede la possibilità di prorogare la durata, e non è un caso che numerosi comuni in Italia hanno già avviato le procedure per estendere le concessioni demaniali marittime fino al 2033.

Il Comune di Latina invece no. Perché? Eppure la legge di Bilancio 2019 parla chiaro – sostiene Calandrini – e prevede questa possibilità, e anche la Regione Lazio ha fornito i necessari chiarimenti sull’applicazione della normativa.

In più il decreto Rilancio prevede espressamente che per contrastare gli effetti della crisi causata dal Covid-19 siano sospesi i procedimenti amministrativi volti alla nuova assegnazione delle concessioni demaniali marittime.

A Latina tutto questo non si è recepito – sottolinea il Senatore pontino – e tra pochi giorni gli operatori del lungomare perderanno qualunque certezza sul proprio futuro. Questo rischia anche di compromettere la prossima stagione balneare. Cosa intende fare il Comune? Espletare in tutta fretta le gare per assegnare le concessioni, con i ritardi e le lungaggini dovute alla pandemia che inevitabilmente condizioneranno lo svolgersi delle procedure e anche la possibilità di accedervi? Dare una proroga limitata nel tempo per salvare la stagione senza consentire investimenti?

In un momento di forte crisi per il settore, questo indecisionismo non è la risposta che gli operatori si attendevano. Eppure la soluzione era semplice, bastava prendere esempio da quanto fatto dalle amministrazioni di altri comuni italiani, tra cui Sabaudia o Terracina: bisognava applicare le leggi dello Stato che ci sono, nelle more del procedimento di revisione del quadro normativo nazionale e comunitario in materia di concessioni demaniali marittime, fare una ricognizione in cui verificare la volontà dei titolari delle concessioni di accettare la possibilità di prolungarle al 2033, ed estendere le concessioni per tutto il tempo che la legge concede.

Come al solito, il sindaco di Latina, non ha avuto coraggio, e non solo non ha prorogato le concessioni, – conclude Calandrini – ma ha dimenticato anche di fare il ripascimento, e ad oggi non ha dato alcuna garanzia agli operatori del lungomare né sul futuro delle concessioni, né su quello della spiaggia che rischia di sparire. A rimetterci, come sempre, sarà la città che in estate rischia di restare senza costa e senza stabilimenti balneari”.

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