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Morte di Satnam Singh, testimonianza choc della moglie Soni durante l’incidente probatorio.

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Inchiesta sulla morte nelle campagne di Latina, a Borgo Santa Maria, del 31enne bracciante indiano Satnam Singh. Ieri la testimonianza choc della moglie, Soni, durante l’incidente probatorio in Tribunale. Il gip Giuseppe Molfese ha ascoltato Soni ed un altro bracciante testimone oculare, accompagnato dal segretario generale della Flai Cgil Hardeep Kaur.

In stato di arresto, con l’accusa di omicidio doloso, il titolare dell’azienda agricola, Antonello Lovato. Satnam Singh, lo ricordiamo, il 18 giugno scorso, era stato abbandonato da lui davanti casa, con un braccio amputato, perso dopo un incidente all’interno dell’azienda  agricola.

Soni – per oltre tre ore – ha descritto tutte le fasi dell’incidente. La donna ha ricordato una cosa in più: quando era nel furgone la testa del suo compagno non era sanguinante, mentre quando è stato lasciato davanti la loro abitazione a Cisterna il capo sanguinava. Potrebbe aver battuto la testa contro un cordolo di cemento, quando è stato abbandonato a terra.

In aula ieri il pm Marina Marra, l’avvocato di Soni, quelli della difesa di Antonello Lovato e, infine, Giovanni Lauretti, avvocato di parte civile.

“Soni è rimasta molto lucida e ha saputo descrivere tutte le fasi dell’incidente, compresi i momenti successivi, tra cui il trasporto del corpo davanti la loro abitazione. Si è emozionata quando ha dovuto descrivere la fase del dolore del suo compagno. Ha fornito una testimonianza che rimarrà agli atti del processo e potrà essere utilizzata in qualsiasi fase”, ha detto l’avvocato Lauretti.

Rispetto ai primi verbali, quest’ultimo ha aggiunto che Soni “ha ricordato una cosa in più, vale a che quando era nel furgone toccava la testa del suo compagno e non era sanguinante, mentre quando è stato lasciato davanti l’abitazione – secondo lei perché è stato buttato e, dunque, ha toccato con la testa contro un cordolo di cemento -, anche il capo sanguinava”.

Lauretti ha poi spiegato che gli avvocati della difesa hanno posto “molti quesiti alla compagna di Satnam, soprattutto relativi al rapporto di lavoro – chi dava le direttive, in che lingua, ma anche sul macchinario, che Soni ha definito artigianale e che non vedevano spesso utilizzato – ma in parte anche sul trasporto nell’abitazione”.

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