La Comune Aprilia sostiene tutte le iniziative di lotta messe in campo contro la realizzazione del Corridoio Roma-Latina. Il gruppo politico ha manifestato la sua adesione alla grande assemblea pubblica organizzata per sabato 30 settembre, dal Comitato No Corridoio nella città di Latina.
“L’ostinazione con la quale tutti gli organi istituzionali coinvolti stanno portando avanti il progetto contro la volontà di quei stessi cittadini che dovrebbero rappresentare, rende palese lo scarto tra il principio di tutela del bene comune e gli interessi economici sottesi allo sblocco del progetto, scarto peraltro riconosciuto ed evidenziato recentemente anche in autorevoli provvedimenti giurisdizionali del Giudice Amministrativo. Il T.A.R. Lazio, infatti nell’ordinanza dello scorso agosto, con la quale si respingeva l’istanza cautelare di sospensione dell’efficacia degli atti della Conferenza di Servizi deliberati senza convocare la rappresentanza della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, ha candidamente ammesso che “nella comparazione degli interessi in gioco appare prevalente quello volto alla realizzazione dell’infrastruttura”. Quali siano questi interessi prevalenti è di facile intuizione, al di là delle dichiarazioni di facciata sulle necessità di un miglioramento della mobilità regionale comunque non garantita dal progetto: sbloccare appalti ai privati (anzi, al privato, dato che l’appalto sarà unico), per un valore complessivo stimato di 2 miliardi e 800 milioni, contro i 460 milioni sufficienti alla messa in sicurezza del tracciato esistente, ed assicurare poi al gestore (ancora una volta privato) il prezzo del pedaggio, preventivato in € 12,00 per la tratta. Ciò, senza contare che, ancora una volta, si incentiva il trasporto su gomma, piuttosto che potenziare quello su ferro, magari con la realizzazione di una tratta ferroviaria complanare alla Pontina.
Siamo convinti che anche questa battaglia, come tutte quelle per la tutela dell’ambiente, sia una battaglia contro il profitto e contro il sistema capitalistico, che può essere vinta soltanto mettendo in campo una risposta politica forte e di più ampio respiro, che non può limitarsi solo alla pur legittima aspirazione alla conservazione del territorio, ma deve prevedere una revisione complessiva del modo di produzione e un radicale trasferimento dei centri decisionali alle classi subalterne, che non possono continuare a subire sulla loro pelle e a discapito della loro salute, scelte politiche orientate solo alla soddisfazione degli interessi economici di pochi”.