Oltre 500 cittadini di Priverno, tra insegnanti e genitori, hanno detto il loro fermo no alla proposta di dimensionamento scolastico avanzata dall’amministrazione comunale per gli istituti comprensivi Don Andrea Santoro e San Tommaso D’Aquino.
In prima battuta a mobilitarsi sono stati i genitori degli alunni che frequentano i due istituti della città, sottoscrivendo una petizione, ancora aperta, inviata al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e a tutti gli organi competenti rispetto all’organizzazione della rete scolastica per l’anno 2020/2021. I genitori, cui si sono aggiunti poi i docenti, chiedono il mantenimento dello status quo confutando la necessità della proposta promossa dal sindaco di rimescolare i plessi e gli organici, di modificare i nomi degli istituti nonché di spostare il tempo pieno e l’indirizzo musicale attualmente attivi presso i plessi Cervi e Matteotti.
«E’ un modus operandi anomalo quello adottato dall’amministrazione comunale di Priverno – sottolinea la coordinatrice della Gilda Insegnanti di Latina, Patrizia Giovannini – che si è rivolta direttamente alla Regione Lazio presentando una proposta già bocciata lo scorso anno dalla Conferenza regionale permanente del Lazio, con il parere discorde anche degli uffici scolastici regionale e provinciale. Fa riflettere inoltre che la proposta, datata in quanto dello scorso anno, non sia stata aggiornata nei dati riferiti agli alunni e alle situazioni degli istituti e della rete viaria». Nella petizione gli stessi genitori evidenziano come nel piano di dimensionamento del 2020/2021, allegato alla delibera comunale n. 150 dell’11/12/2018, il numero di alunni dell’istituto San Tommaso D’Aquino non sia realistico perché non aggiornato allo stato attuale.
«Rimaniamo basiti – continua Giovannini – di fronte al fatto che lo scorso anno si sia aperto a livello regionale un tavolo tecnico per discutere la proposta del Comune di Priverno quando, sempre lo scorso anno, sia a livello provinciale che comunale si sono tenuti diversi incontri nel merito e già allora non c’era stata unanime approvazione su questa proposta. E’ assurdo che si smembrino i plessi della primaria e dell’infanzia e che si voglia scorporare la scuola media laddove sia già possibile prevedere, quale conseguenza di tale intervento, il sottodimensionamento di un istituto rispetto all’altro».
Per sabato 23 novembre, presso l’ex istituto d’arte Baboto, il Comune ha indetto un’assemblea pubblica al fine di informare genitori, docenti e cittadini interessati sulla proposta di riorganizzazione della rete scolastica privernate. «Un incontro organizzato probabilmente dopo aver saputo della mobilitazione – commenta la sindacalista – e indirizzato a persuadere della bontà di un’operazione che, come Gilda, abbiamo già ritenuto e denunciato in tutte le sedi impercorribile».