Le associazioni “Coordinamento Antimafia Anzio-Nettuno” e Reti di Giustizia hanno scritto al vice presidente del CSM Avv. Davide Ermini, ai consiglieri Giuseppe Cascini e Davigo nonché al procuratore generale presso la corte di cassazione Giovanni Salvi in relazione alla nomina del nuovo procuratore capo di Velletri.
Nei prossimi mesi infatti il CSM dovrà pronunciarsi sulla nomina del nuovo procuratore capo di Velletri. Il territorio di competenza della procura di Velletri comprende il litorale di Anzio, Nettuno, Ardea, Pomezia realtà dove le organizzazioni criminali di tipo mafioso sono fortemente radicate. Basti considerare che sentenze passate in giudicato hanno statuito l’operatività nel territorio di Anzio e Nettuno di clan ascrivibile alla camorra casalese mentre indagini e sentenze hanno rilevato la presenza tra Anzio e Ardea di una locale di ‘ndrangheta riferibile ai Gallace. Nei comuni di Pomezia ed Ardea opera il clan Fragalà legato a cosa nostra catanese, in tutte le realtà territoriali sopra indicate sono presenti agguerriti sodalizi locali di narco trafficanti. Giova sottolineare che nel circondario della procura di Velletri insiste il comune di Nettuno che nel 2005 è stato il primo ente locale sciolto per condizionamento mafioso nella regione Lazio. Nei castelli romani in particolare a Frascati e Marino è presente il clan dei Casamonica.
In questo contesto territoriale, il ruolo della procura di Velletri è fondamentale sia per il coordinamento con la locale DDA sia per l’individuazione e il contrasto dei fenomeni di illegalità. Proprio per questo ci siamo appellati al CSM affinchè nella nomina del nuovo procuratore capo di Velletri si tenga conto delle criticità sul fronte della criminalità organizzata del territorio sul quale è competente la procura di Velletri.
