Questa mattina ad Aprilia le celebrazioni commemorative per il 75esimo Anniversario della “Battaglia di Aprilia”, avvenuta il 28 maggio 1944. La cerimonia, in presenza delle autorità locali – il prima linea il Sindaco, Antonio Terra – si è tenuta alle 9.30 Piazzale della Stazione di Campoleone e in piazza Berlinguer, a Lanuvio, sempre a Campoleone.
Ecco il discorso pronunciato questa mattina dal Sindaco di Aprilia, Antonio Terra, nel corso delle celebrazioni per il 75° Anniversario della Battaglia di Aprilia.
“Buongiorno e benvenuti a Campoleone,
oggi celebriamo l’ultima tappa dell’annuale percorso, istituito qualche anno fa per ricordare le pagine più drammatiche che la Seconda Guerra Mondiale ha scritto nel nostro territorio.
Il senso di un Circuito della Memoria sta proprio nella volontà di costruire un patrimonio di identità collettiva, con uno sguardo privilegiato alle nuove generazioni, nella speranza che i ragazzi di oggi, ricordando la tragedia della guerra, rinnovino anno dopo anno, per il futuro, scelte di pace.
Quest’anno, la celebrazione della Battaglia di Aprilia cade a pochissimi giorni dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo: domenica scorsa, infatti, proprio come tutti i cittadini dell’Unione Europea, ci siamo recati alle urne per scegliere i nostri rappresentanti a Bruxelles e Strasburgo, per i prossimi cinque anni, e per delineare il futuro del nostro continente.
È una concomitanza che fa riflettere: le stesse nazioni che proprio su queste terre si impegnarono in uno scontro totale, con tantissimi morti e una lunga scia di dolori e distruzione, oggi siedono allo stesso tavolo nella costruzione di un futuro condiviso. Un destino comune che sono convinto sia sempre più sentito, soprattutto dai nostri ragazzi, abituati a vedere come normali e proficue le relazioni con i propri coetanei europei.
L’Europa si trova oggi di fronte ad un momento decisivo e il risultato del voto di domenica lo conferma: le istituzioni comunitarie sono chiamate ad un radicale cambiamento, nella direzione di una maggiore democraticità, ma anche di un ascolto continuo delle esigenze dei territori. Occorre certamente abbandonare alcune rigidità che hanno contraddistinto l’approccio di Bruxelles degli ultimi decenni. Ma più ancora, forse, occorre riprendere in mano il sogno europeo, l’unico in grado di tracciare una strada che non sia legata solo ai parametri economici ma parli al cuore e all’anima di noi cittadini.
Il presente chiama le istituzioni e in special modo la nostra generazione ad un impegno crescente in sintonia con le esigenze dei ragazzi di oggi, che saranno i cittadini di domani. In questo senso, la storia della nostra terra è piena di esempi illustri ed evocativi. Penso allo sforzo collettivo dei nostri antenati per la ricostruzione e la riconciliazione, nel secondo dopoguerra. Penso alla fatica e al sacrificio degli sminatori, che seppero bonificare queste terre dagli strumenti di morte lasciati dagli eserciti. Penso all’apporto decisivo delle comunità regionali, che ad Aprilia seppero unirsi per costruire una città feconda, un’eccellenza produttiva, un luogo ricco – non solo economicamente – in cui valesse la pena crescere i propri figli.
Anche noi siamo chiamati oggi allo stesso impegno e allo stesso sacrificio. Ce lo chiedono gli uomini e le donne di oggi, ma soprattutto di domani. Che questa data e questo percorso che anche quest’anno volge al termine, rinnovino in noi la consapevolezza di un comune destino di pace e di un protagonismo rinnovato per il bene comune.
Grazie a tutti”.