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Operazione “Octopus”: le Squadre Mobile di Latina e Roma arrestano tre persone per tentata estorsione ed illecita concorrenza aggravate dal metodo mafioso. Il VIDEO

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Operazione “Octopus”: gli agenti delle Squadre Mobile di Latina e Roma – con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia – questa mattina all’alba hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 3 persone residenti nel sud pontino: si tratta di un imprenditore ittico, Maurizio De Santis, e due suoi fiancheggiatori ritenuti, a vario titolo, responsabili di tentata estorsione ed atti di illecita concorrenza, reati aggravati dal metodo mafioso.

Ai domiciliari sono finiti Giuseppe D’Alterio – considerato dagli inquirenti un esponente di spicco della criminalità fondana – e un dipendente di De Santis, Giuseppe Montella. Le indagini hanno consentito di portare alla luce un contesto di elevato spessore criminale finalizzato ad imporre, attraverso le minacce, un regime di monopolio nella commercializzazione di pesce al dettaglio nei mercati di Latina e Cisterna. 

Ai tre arresti si è arrivati anche grazie alle dichiarazioni fornite dai due collaboratori di giustizia Renato Pugliese ed Agostino Riccardo, all’epoca dei fatti esponenti di spicco del clan Di Silvio, assoldati affinché intimidissero un imprenditore concorrente.

“L’imprenditore, nella sua attività di vendita al dettaglio di prodotti ittici presso i citati mercati, con la collaborazione di un suo dipendente – finito oggi agli arresti domiciliari – dal 2019 ad oggi ha sistematicamente intimidito un esercente di vendita al dettaglio di pesce, nel tentativo di fargli lasciare i mercati di Latina e Cisterna, obbligandolo tra l’altro a vendere i propri prodotti sottocosto.

Un ulteriore impulso all’attività investigativa è stato offerto dalle dichiarazioni auto ed etero accusatorie di due collaboratori di giustizia che hanno fornito validi elementi in grado di far emergere, sempre all’interno dei citati mercati di Latina e Cisterna, episodi di tentata estorsione ed illecita concorrenza avvenuti tra il 2016 e il 2018, commessi con violenza e minaccia aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini hanno così fatto piena luce sulle modalità con cui l’imprenditore ittico arrestato questa mattina ha cercato di acquisire, all’interno dei mercati di Latina e Cisterna, una posizione di supremazia economica nei confronti degli altri concorrenti commerciali, tentando attraverso il vanto della “protezione mafiosa” di costringerli sia a scelte economicamente svantaggiose sia a chiudere ed abbandonare il banco del pesce, il tutto per avvantaggiare la propria attività.

In particolare, egli aveva assoldato i due attuali collaboratori di giustizia – all’epoca dei fatti esponenti di spicco del clan Di Silvio – tramite l’intermediazione di un noto appartenente alla famiglia D’Alterio di Fondi affinché intimidissero un imprenditore concorrente, il quale in altre circostanze veniva esplicitamente minacciato facendo costante e reiterato riferimento alla famiglia D’alterio, nota per il peso criminale dei componenti anche in ragione dei loro precedenti giudiziari, in grado di mettere in atto azioni ritorsive nei confronti di beni e persone, potendo contare su una rete di contatti con ambienti criminali campani e con esponenti di clan camorristici”.

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