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Gestivano gli “affari” del cimitero comunale di Sezze: 11 persone arrestate dai Carabinieri. 15 gli indagati. VIDEO

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Gestivano gli “affari” del cimitero comunale di Sezze: i Carabinieri di Latina hanno eseguito all’alba 11 arresti nell’ambito dell’operazione “Omnia2”, il seguito di un’inchiesta avviata nel 2019 e che aveva portato alla luce  festini a luci rosse nel cimitero di Sezze, nella casa del custode, dove era stata oltretutto costruita abusivamente una piscina. Le indagini dei militari del Nucleo Investigativo hanno fatto emergere anche un giro di corruzione, concussione e tentativi di minacce e violenze sulla gestione dei loculi del cimitero. Le 11 ordinanze di custodia cautelare sono state emesse a carico dell’ex custode del cimitero (già coinvolto nell’inchiesta del 2019), del figlio (titolare di un’azienda edile), di un funzionario del Comune di Sezze e di diversi titolari di agenzie funebri. Due persone sono state associate in carcere; le restanti nove sono state sottoposte agli arresti domiciliari.  

Un ruolo fondamentale l’aveva il custode del cimitero di Sezze, che induceva i privati a versare somme di denaro per assicurare una sepoltura ai propri cari. Alcune imprese versavano ingenti somme di denaro per ottenere dal custode la realizzazione di lavori edilizi e di decorazione delle tombe; lavori già spettanti ad una società partecipata dal Comune. Altre 15 persone risultano indagate, sono state raggiunte da un avviso di garanzia: figurerebbero anche un ex maresciallo dei Carabinieri, un funzionario della Polizia Locale ed un assessore.

Le 11 ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal GIP del Tribunale di Latina, su richiesta del Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza e del  Sostituto Procuratore della Repubblica Valerio De Luca. 

 

I reati di cui dovranno rispondere, a vario titolo, gli indagati, riguardano imputazioni per:

corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in concorso e continuato; induzione indebita a dare o promettere utilità; distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato; peculato continuato; concussione in concorso; tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato; esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria.

“L’indagine, iniziata nel febbraio del 2019, – spiegano dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina – si è sviluppata mediante attività di natura tecnica (intercettazioni telefoniche, ambientali ed audio video), nonché attraverso la minuziosa analisi di materiale documentale, le cui complesse risultanze consentivano di dimostrare:

la corresponsione di denaro conseguite dal custode del cimitero di Sezze, che induceva i privati a versare somme di denaro per assicurare una sepoltura ai propri cari, avvalendosi a tal fine del contributo determinante di un funzionario del medesimo Comune, deputato ad emettere la prevista determina di assegnazione dei loculi o delle tombe, a sepoltura già realizzata;

il pagamento di ingenti importi di denaro da parte di imprese interessate ad ottenere dal custode la realizzazione di lavori edilizi e di decorazione delle tombe già spettanti ad una società partecipata dal Comune;

la traslazione delle  salme che venivano mischiate ai resti di altre tombe, disposte dal custode per consentire la costruzione di nuove tombe da cedere ai cittadini di Sezze;

la rivendita dei fiori utilizzati, il giorno precedente per altre cerimonie  funebri, e della legna potata nel cimitero dal custode e dal figlio;

le minacce nei confronti di coloro che  avevano manifestato il desiderio di  ristrutturare la propria  tomba  di famiglia  attraverso ditte edili esterne;

le responsabilità di tre degli indagati  che, nel febbraio del 2018, avevano costretto un operaio di Sezze a rimettere una querela sporta  nei confronti del  custode del cimitero.

Nello stesso contesto  sono stati notificati 15 avvisi di garanzia ad altrettante persone poichè ritenute responsabili,  a diverso titolo, dei medesimi delitti”.

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