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Parte nel Lazio l’attuazione della nuova legge sul Dopo di Noi

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Parte nel Lazio l’attuazione della nuova legge sul Dopo di Noi.  E’ stata pubblicata la manifestazione d’interesse per l’individuazione del cosiddetto “patrimonio immobiliare solidale”: in pratica, la Regione Lazio effettuerà una ricognizione di tutti gli immobili pubblici, privati o appartenenti a enti del privato sociale, che i proprietari vorranno mettere a disposizione per il “dopo di noi”, ovvero l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare.

La Regione Lazio formalizzerà un elenco di tutti gli immobili censiti e metterà complessivamente a disposizione 2,1 milioni di euro per sostenerne le spese: potranno essere finanziati gli oneri di acquisto, di locazione, di ristrutturazione e di messa in opera degli impianti e delle attrezzature necessari per il funzionamento degli alloggi, in particolare sostenendo forme di mutuo aiuto tra persone con disabilità.

“Siamo orgogliosi di essere tra le prime regioni italiane a partire con l’attuazione della legge sul Dopo di noi – spiega il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – In questi anni abbiamo continuato a investire sul Lazio più solidale e più giusto: abbiamo sempre concepito la spesa sociale non come un costo, ma come un investimento necessario, soprattutto sul tema della disabilità. Abbiamo teso la mano e continueremo a farlo a chi ne ha più bisogno, perché noi crediamo fortemente nel concetto di solidarietà, non vogliamo lasciare nessuno da solo, ma lottiamo ogni giorno per rendere il Lazio una regione più giusta e solidale”.

“La Regione Lazio – spiega l’assessore alle Politiche sociali, Rita Visini – ha investito 6 milioni di euro nei progetti sperimentali per la vita indipendente e l’autonomia dei disabili, assicurando la presa in carico di oltre 2000 persone”.

Per il “Dopo di noi”, continua Visini, “la Regione Lazio sta investendo complessivamente 13 milioni, di cui quasi 11 destinati ai territori per i percorsi di autonomia, di accompagnamento per l’uscita dal nucleo familiare di origine e di supporto alla domiciliarità. La direzione è quella dell’integrazione tra servizi sociali e sanitari, così come stabilito dalla riforma regionale del welfare approvata lo scorso anno: è il nostro modo di dare attuazione a una legge di civiltà e di assicurare alle persone con disabilità rimaste senza famiglia la continuità di cura, la dignità e l’autonomia”.

Le soluzioni alloggiative che comportano solo il sostenimento di spese di ristrutturazione e di adeguamento fino a un massimo di 50mila euro avranno priorità rispetto a quelle che comportano oneri di acquisto e di locazione. Inoltre, saranno privilegiati gli immobili ristrutturabili a un costo minore.

Tutte le strutture, per le quali è richiesta la conformità alle norme urbanistiche e di sicurezza vigenti, sono tenute al rispetto di una serie di parametri: dovranno offrire ospitalità a non più di 5 persone (salvo alcuni casi derogabili), dovranno essere organizzate come vere e proprie abitazioni domestiche, dovranno prevedere l’utilizzo di nuove tecnologie per migliorare l’autonomia delle persone con disabilità grave, in particolare le tecnologie domotiche, di connettività sociale e di ambient assisted living, e dovranno essere ubicate in zone residenziali o comunque non isolate dalle comunità di riferimento, salvo le abitazioni in contesti rurali legate a progetti di agricoltura sociale.

 

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