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Polveri sottili a Latina, “Situazione monitorata”

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In merito al superamento del limite soglia del parametro PM10 registrato presso la centralina di Via Tasso negli ultimi giorni, si comunica che i competenti uffici del Comune di Latina, in collaborazione con l’ARPA Lazio, stanno monitorando la situazione al fine di adottare eventuali misure di intervento. “Non si prevede comunque l’attivazione di tali misure nel breve periodo – spiega l’assessore all’Ambiente Roberto Lessio – in quanto si è ancora ben lontani dalla fase in cui i superamenti risultano diffusi e persistenti oltre i limiti di legge.

Al riguardo occorre precisare che la normativa relativa alla qualità dell’aria e al contenimento di emissioni inquinanti in atmosfera nel rostro paese è dettata dal decreto legislativo n. 155/2010. Tale decreto decreto stabilisce anche i valori obiettivo, gli obiettivi a lungo termine, le soglie di allarme e le soglie di informazione (queste ultime per il solo parametro ozono) ed ha previsto che siano le Regioni e le Province Autonome, avvalendosi delle rispettive agenzie per la protezione ambientale (nel nostro caso ARPA Lazio), ad individuare le zonizzazioni, le classificazioni e le valutazioni della qualità dell’aria nelle zone e negli agglomerati di pertinenza. L’articolo n. 9 del medesimo decreto inoltre prevede che: “… se presso una o più aree all’interno di zone o agglomerati, si registrano superamenti dei valori limite di qualità dell’aria, le Regioni e le Province autonome adottano un piano che preveda le misure necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza sulle aree di superamento ed a raggiungere i valori limite nei termini prescritti”. Una volta individuate e delimitate le aree interessate e i relativi provvedimenti da parte delle Regioni, i Comuni e le Province interessate hanno il dovere di produrre le ordinanze contingibili.

Allo stato attuale nella Regione Lazio le uniche aree classificate in base a tale normativa sono l’Area Metropolitana di Roma per quanto riguarda gli ossidi di azoto e la Valle del fiume Sacco, che include tutta la parte nord della Provincia di Frosinone – capoluogo incluso – a causa delle specifiche condizioni orografiche e meteoclimatiche, che favoriscono la formazione e l’accumulo nell’aria di inquinanti, in particolare per le polveri sottili (PM10 e PM2,5)”.

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