L’integrazione è una sintesi tra diversità. Aprilia accoglie in sè differenti etnie i cui usi e costumi, possono rappresentare una risorsa aggiuntiva per la città. Per quanto ciascuna abbia rintracciato uno spazio proprio, non si è ancora palesato uno spazio condiviso che contribuisca al concetto di integrazione così come inteso.
Esistono, infatti, luoghi di culto disseminati in zone periferiche, si veda Genio Civile o Campo di Carne, mentre quelle associazioni che propendono a promuovere la propria cultura di appartenenza, restano per lo più confinate all’interno di luoghi specifici a cui accedono principalmente gli appartenenti alla medesima realtà culturale.
Il concetto di integrazione non può prescindere da una condivisione culturale più ampia: la musica, il cibo, l’arte, la lingua, i costumi, le tecniche, la cucina sono aspetti che non solo permettono il mantenimento di un solido rapporto con le proprie radici, ma garantiscono l’apertura e l’accoglienza di culture diverse.
“Ci sono associazioni che operano sul nostro territorio – sottolinea il candidato sindaco di Un’Altra Aprilia Lanfranco Principi – che hanno creato delle realtà simili in città, imponendo una via alternativa ed efficace al concetto astratto di integrazione.
Scuola e amministrazione potrebbero lavorare in sinergia con le associazioni per creare dei laboratori di apprendimento di lingue straniere tenute da stranieri che vivono e operano sul territorio.
Inoltre la città di Aprilia, situata in una posizione intermedia tra Roma e Latina, potrebbe sfruttare anche l’ubicazione di spazi pubblici decentrati situati in prossimità delle più importanti arterie stradali e creare le condizioni per portare in città eventi interculturali. Penso a spazi come la ex Claudia o il polo fieristico di Campoverde, attivi solo in alcuni periodi dell’anno e per un ridotto numero di eventi. Cosa accadrebbe se Aprilia vincesse la scommessa di ospitare un Festival interculturale che promuova un autentico percorso di scambio e condivisione facendo leva soprattutto sul folklore e sulla promozione enogastronomica?”