Presso il centro Visitatori del Parco Nazionale del Circeo, a Sabaudia, oggi si svolge la terza fase del corso di formazione per studenti del terzo anno dell’Istituto Tecnico Costruzioni, Ambiente e Territorio “Tallini” di Formia, sul tema dell’erosione costiera e della stabilizzazione di dune danneggiate dalle mareggiate, dalle correnti marine e dall’azione di forti venti. Il Progetto Europeo ECOMED è patrocinato dal Parco Nazionale del Circeo. Oggi pomeriggio è in programma una visita tecnica ad ambienti naturali costieri e lagunari del Parco.
Il progetto ECOMED è un’iniziativa del programma Erasmus+ e Unione Europea per promuovere la ricerca, la diffusione e il coordinamento nell’area Mediterranea di tecniche di Ingegneria Naturalistica e Architettura del Paesaggio. Quattordici sono i Partners tra Università, Progettisti e Imprese di otto Paesi Europei, tra cui due soggetti italiani: l’Impresa “JEMMBUILD” srl di Albano e l’Istituto “Tallini” di Formia .
La docenza sarà svolta dall’ing. Federico Boccalaro, presidente della Sezione Lazio di A.I.P.I.N. (Associazione Italiana Per l’Ingegneria Naturalistica) ed esperto di riqualificazione di ambienti costieri e marini con tecniche di Ingegneria Naturalistica, coadiuvato dal dott. nat. Giovanni Netto, responsabile dell’Ufficio Comunicazione ed Educazione del P.N. del Circeo e dal dott. geol. Nello Ialongo, libero professionista esperto della geomorfologia del Parco.
Oggi, nel corso della mattinata verranno esposti i principi progettuali e le tecniche di realizzazione – monitoraggio degli interventi di Ingegneria Naturalistica a difesa e ripristino dei sistemi naturali dune-spiagge emerse e sommerse.
Nel pomeriggio verrà effettuata una visita tecnica ad ambienti naturali costieri e lagunari, nonché a interventi di sistemazione dunale nel Parco Nazionale del Circeo, da foce Rio Martino a foce Diversivo Nocchia, sul Lungomare Pontino.
L’argomento trattato in questa giornata è di assoluta attualità per la situazione di emergenza che coinvolge il litorale del Parco, soggetto a una sempre più intensa azione erosiva. Il fenomeno è indubbiamente accentuato dalla rigidità e impermeabilità delle opere tradizionali di difesa costiera fin qui realizzate, che finalmente dovrebbero cedere il passo a opere di ingegneria naturalistica e ambientale permeabili e flessibili, come insegnano le buone pratiche applicate in Paesi Europei che si affacciano sul Mediterraneo e sull’Atlantico, come Spagna, Francia, Portogallo, Olanda e Gran Bretagna.