Si è sfiorata la tragedia, mercoledì sera, nel carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma.
“Colpa e conseguenza della protesta sconsiderata e incomprensibile di un detenuto di etnia nomade che ha appiccato un incendio nella cella dov’era ristretto, dando fuoco a tutto quello che vi era all’interno, ed ha poi messo in atto una serie di provocazioni e proteste violente”, spiega Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria. “Alle ore 20 circa, un detenuto di 19 anni di etnia rom in carcere per reati contro la persona si è reso responsabile di aver appiccato un incendio all’interno della cella. Il personale di polizia penitenziaria in servizio è intervenuto tempestivamente e, con non poca difficoltà, è riuscito a domare le fiamme che si erano rapidamente propagate all’interno della struttura. Tutti i detenuti ubicati all’interno di quel reparto sono stati fatti evacuare in tempi celeri e collocati in altri luoghi. Vista l’entità dell’incendio, è dovuta intervenire anche una squadra del Corpo dei Vigili del Fuoco con un’auto pompa e precauzionalmente anche un’ambulanza. Il soggetto in questione non è nuovo a tali comportamenti, in quanto si è reso responsabile nei mesi passati di ulteriori disordini e danneggiamenti ai danni dell’amministrazione. Fortunatamente non ci sono stati feriti né da parte degli agenti né da parte dei ristretti”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime apprezzamento e solidarietà al personale di Polizia Penitenziaria del carcere minorile di Casal del Marmo a Roma le criticità delle carceri laziali e italiane: “La situazione nelle nostre carceri resta allarmante e la realtà è che i nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione. E da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, gli episodi di violenza contro i poliziotti sono aumentati. Eppure, è solamente grazie ai poliziotti penitenziari, gli eroi silenziosi del quotidiano a cui va il ringraziamento del SAPPE per quello che fanno ogni giorno, se il numero delle tragedie in carcere è fortunatamente contenuto. Ma è evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie”.