Il coordinatore provinciale del Pd di Latina, Claudio Moscardelli, commenta l’uscita di Matteo Renzi dal partito e invia una lettera proprio all’ex leader dem con delle sue personali riflessioni.
“Ribadisco quanto detto ieri, dopo aver letto l’Intervista di Renzi oggi su la Repubblica.
Ho grande stima di Matteo Renzi e non l’ho abbandonato all’ultimo congresso. Se deciderà di uscire dal PD non comprendo i motivi. La sua leadership è forte ed è uscita rafforzata da questo passaggio in cui il PD ha seguito la sua linea. Il Governo appena nato è un argine alla marea montante del nazionalismo carico di odio della Lega. Questa divisione non fa bene alla maggioranza e non credo alle separazioni consensuali in politica. Se andremo verso un proporzionale puro con sbarramento non ha senso dividersi. Serve un partito capace di prendere voti a sinistra e al centro. Più il partito sarà identitario e più sarà ristretto il bacino elettorale. Non ci sono elezioni alle porte. Renzi in Parlamento può svolgere una funzione alta di direzione politica nell’interesse del Paese, sostenere le riforme e le misure più importanti per il lavoro, per la crescita, per le famiglie e per la giustizia sociale. In tanti nel PD lo apprezzano. Non ci sono solo coloro che lo avversano. Trovo non convincente la tesi di Bettini che ritiene l’uscita di Renzi tutto sommato accettabile. Il PD a vocazione riformista ha conosciuto le migliori stagioni con Veltroni e Renzi. Il Bettini di oggi mi pare lontano anni luce dal PD del lingotto ed è ripiegato a sinistra – sinistra. Chi vuole il mescolamento con i 5 stelle non resiste alla tentazione del ritorno alla sinistra massimalista e di testimonianza. Tutto questo può dare linfa al progetto di Renzi. Spero non ci sia il rientro nel PD di D’Alema e Bersani che hanno affossato la riforma costituzionale nel 2016. Non sono sereno al riguardo . Vedremo le mosse di Zingaretti sul profilo del PD al governo e nella guida del partito.
Il messaggio che ho inviato a Matteo Renzi
“Ciao Matteo. Io non capisco il perché della scissione. Hai indicato la linea aprendo al governo con i 5 stelle per mettere all’angolo Salvini. Il PD ha seguito la sua linea. Hai la possibilità di essere leader del PD e nel Parlamento attraverso l’esercizio di una positiva funzione di direzione politica del Governo, parlando al Paese e garantendo ceti produttivi e Mezzogiorno su lavoro e sviluppo; le famiglie e il ceto medio su sostegno ai figli e su abbassamento dell’Irpef per redditi medio bassi, ecc.
Hai la maggioranza dei gruppi parlamentari PD. Così facendo puoi rafforzare la tua connessione con il Paese e la tua popolarità. Nel PD sono tanti che pur avendo votato Zingaretti riconoscono in te il leader . Lo scorso anno noi abbiamo buttato via il congresso che potevamo vincere a mani basse o almeno organizzarci in un’unica area portando a casa il 40/45% senza particolare sforzo. A maggior ragione oggi potremmo vincere il prossimo congresso del PD e non dobbiamo attenderlo in condizioni di difficoltà perché sei il leader che indirizza il Governo dal Parlamento e sei il Garante del Paese (una funzione alta e non alla Ghino di Tacco).
In secondo luogo, se andiamo verso una legge proporzionale pura non ha senso politicamente ed elettoralmente una scissione o separazione consensuale . Non ci sono coalizioni prima del voto essendo proporzionale la legge. Serve un partito largo che prenda voti a sinistra e al centro. Per questo non comprendo chi spinge alla rottura e non comprendo Bettini, che parla di separazione in amicizia.
Matteo … mi sembra un autogol alla Salvini”.
Claudio