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Ricordare per non dimenticare: celebrata anche a Nettuno la Giornata della Memoria. Le FOTO.

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Il Comune di Nettuno, presso il Parco Palatucci, ha commemorato ieri la ricorrenza della Giornata della Memoria, indetta per ricordare tutte le vittime innocenti della Shoah. Il Vicesindaco Alessandro Mauro, assieme all’assessore del comune di Anzio Laura Nolfi, al Generale Maurizio Fronda, alla dottoressa Angela Spada primo dirigente del Commissariato di Polizia di Anzio, al dottor Massimo Passariello vice direttore dell’istituto superiore per ispettori della Polizia di Stato di Nettuno, e a Massimo Sonnino dell’ufficio Rabbinico della comunità ebraica di Roma, hanno deposto una corona alla targa commemorativa dedicata a Giovanni Palatucci, Questore di Fiume, deportato e morto nel campo di concentramento di Dachau per aver aiutato alcuni cittadini ebrei a sfuggire alla deportazione.

Tre agenti della Polizia di Stato hanno deposto:

Un ramo di ulivo – simbolo di pace che Giovanni Palatucci ha tradotto in generosità e altruismo contribuendo a riscattare il nostro Paese dalla vergogna delle leggi razziali tramandando così alle nuove generazioni un chiaro messaggio: “Anteporre, in ogni occasione, le ragioni della coscienza alla violenza della dittatura”

 

Una candela accesa – quale testimonianza della luce che Giovanni Palatucci con la sua morte ha saputo accendere per ricordare tutti coloro che hanno vissuto quegli oscuri e drammatico avvenimenti che oggi ci richiamano qui al dovere della memoria

 

Una pietra – primo elemento del Mondo, che assiste a tutto ciò che si sviluppa nel tempo, come il dovere di tramandare di Padre in Figlio il “ripudio di ogni forma di intolleranza in favore del rispetto delle diverse identità culturali e religiose dei popoli”.

 

Di seguito il messaggio dell’Assessore alla Cultura Camilla Ludovisi e del Sindaco Alessandro Coppola in occasione della Giornata della memoria:

 

“Oggi è una giornata simbolo della storia dell’umanità. Ormai 77 anni fa la sessantesima armata dell’esercito russo riuscì ad abbattere i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz trasformando in realtà agli occhi del mondo quello che fino ad allora era solo lontanamente immaginabile. Un eccidio in piena regola materializzatosi nel modo più cruento possibile. Oggi, dopo le immagini terrificanti trasmesse da tutte le televisioni del mondo e i fatti documentati sui libri di storia, trovarsi qui ogni anno a ricordare in occasione della Giornata della Memoria, potrebbe apparire superfluo, ma non è così. L’odio, qualsiasi forma di odio, non è giustificabile. La violenza, di qualsiasi genere, va messa da parte. Forni crematori e camere a gas sono il simbolo di quello che forse ancora oggi viene considerato il periodo più nero dell’umanità. Un periodo caratterizzato dall’odio razziale e dalla violenza, che mai, e ribadisco mai, dovranno ancora far parte di questa Terra. Secondo il testo dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2005, ogni anno, il 27 gennaio, tutti gli stati membri hanno il dovere di inculcare nelle generazioni future le “lezioni dell’Olocausto”. A questo scopo è stata istituita una task force internazionale per l’educazione, la ricerca ed il ricordo. Questo è il nostro compito: ricordare, analizzare e rifiutare quanto è successo. Il passato, con tutti i suoi errori ed i suoi orrori, è storia. Il futuro, e ciò che ne sarà della convivenza tra i popoli e più in piccolo dell’educazione dei nostri figli, dipende soltanto da noi”.

 

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