Lunedì e martedì resteranno chiuse tutte le scuole di Pomezia. Il sindaco Fabio Fucci ha firmato un’ordinanza per permettere che gli edifici vengano interamente ripuliti. Le conseguenze della nube tossica sprigionatasi dopo l’incendio alla EcoX preoccupano tantissimo. Ad Ardea è stata emessa un’altra ordinanza con il divieto di coltivare nel raggio di 5 km dal luogo dell’incendio, ad Aprilia invece per ora tutto tace.
Previsto ad Ardea e Pomezia anche il lavaggio straordinario delle strade interessate dal rogo, in particolare quelle a ridosso delle scuole e dei luoghi pubblici maggiormente frequentati. Le famiglie evacuate venerdì scorso non possono rientrare. Confermato, inoltre, il divieto di lasciare aperte porte e finestre nel raggio di due chilometri. Intanto il capo del dipartimento di prevenzione della ASL Rm 6, Mariano Sigismondi, ha confermato la presenza di amianto sul tetto del capannone: “E’ stato trovato amianto incapsulato – ha detto a Il Messaggero – ora aspettiamo i dati dell’Arpa Lazio e l’esito delle analisi”.
“Ci costituiremo parte civile per chiedere il ristoro dei danni diretti, indiretti e di immagine subiti”. Lo annuncia David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio, commentando il divieto di raccolta di ortaggi e frutti nei terreni coltivati entro il raggio di 5 chilometri dall’impianto di trattamento di rifiuti di Pomezia dove venerdì scorso si è verificato l’incendio. “Apprendiamo comunque con favore la delimitazione dell’area perché – aggiunge Granieri – in osservanza al principio di precauzione, arreca un importante contributo di chiarezza, circoscrivendo con precisione i terreni interdetti e liberando tutti gli altri dai timori circa la salubrità delle produzioni. I 5 chilometri di interdizione restringono la zona ai soli 4.000 ettari vicini all’impianto di stoccaggio e sollevano da ogni preoccupazione una vasta area di produzione agricola che comprende 21 comuni, si estende per oltre 100.000 ettari e che registra la presenza di almeno 150 aziende. Fatta eccezione per le poche realtà produttive insediate nella circoscrizione dei 5 chilometri, per le quali comunque chiederemo opportuni risarcimenti in sede civile, da oggi possiamo escludere, grazie alle analisi eseguite dalle autorità sanitarie e ambientali, ogni qualsiasi rischio di contaminazione dei prodotti provenienti dal resto del comprensorio. Anche questo episodio conferma la necessità di apprestare misure sempre più pressanti ed efficaci a tutela del sistema agricolo regionale che, anche nella zona devastata dal rogo, è una fonte preziosa di economia, reddito, lavoro e di produzioni agroalimentari di qualità”. Il divieto in oggetto riguarda la raccolta, la vendita e il consumo di prodotti ortofrutticoli, il pascolo degli animali e l’impiego di foraggi prodotti in loco per l’alimentazione del bestiame.
L’Osservatorio Nazionale Amianto si costituirà parte civile. “Se dovesse essere confermata la presenza di materiali in amianto, specialmente nelle coperture, sui capannoni, i danni sarebbero irreversibili”.