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Scambio elettorale politico-mafioso, Adinolfi: “So di non aver fatto nulla”. Trano: “Subito controlli su appalti di Del Prete”

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“So di non aver fatto nulla”. Queste le dichiarazione rilasciate ad AdnKronos dall’eurodeputato della Lega, il pontino Matteo Adinolfi, indagato nell’ambito dell’operazione scattata questa mattina a Latina, che ha portato agli arresti domiciliari dell’imprenditore Raffaele Del Prete ed Emanuele Forzan, accusati di scambio elettorale politico-mafioso, per aver comprato dei voti dal clan Di Silvio  proprio per favorire l’allora capolista di “Noi con Salvini”, ora europarlamentare, Adinolfi. “Vediamo cosa dicono le carte, ho piena fiducia nella magistratura – ha dichiarato il politico della Lega – Non aggiungo altro, ora sto rientrando a Bruxelles”. Secondo le indagini Del Prete aveva pagato  45 mila euro per assicurarsi almeno 200 voti in occasione delle amministrative del 2016. Adinolfi potrebbe essere convocato nei prossimi giorni per essere sentito dal procuratore aggiunto della Dda di Roma Ilaria Calò e dai sostituti Corrado Fasanelli e Luigia Spinelli, titolari dell’indagine.

L’intervento del deputato Trano

“Vedere ancora una volta il nome della provincia di Latina, la mia terra, associato a episodi di corruzione e in questo caso addirittura a uno scambio elettorale politico-mafioso mi rattrista profondamente. La Direzione distrettuale antimafia di Roma, la Procura di Latina, la Polizia di Stato e l’Arma dei carabinieri stanno svolgendo un lavoro eccezionale. Quello che manca tra Aprilia e il Garigliano è la politica. Manca un codice di autoregolamentazione o se c’è, a quanto pare, non viene utilizzato. Un conto è essere indagato e uno essere condannati in via definitiva. La presunzione di innocenza vale per tutti. Ma quanto emerso, guardando soltanto agli ultimi arresti, nell’inchiesta sulla concorsopoli Asl e in quella sugli affari del clan Di Silvio in campagna elettorale è comunque gravissimo. Non si può restare indifferenti dinanzi a un ex senatore, ex componente della commissione parlamentare antimafia e ormai anche ex segretario provinciale del Partito democratico, Claudio Moscardelli, arrestato per corruzione e intercettato mentre cercava di favorire illecitamente candidati a un posto di lavoro da amministrativi nell’Azienda sanitaria, favorendo uomini e donne del partito in una fase storica in cui chi non ha santi in paradiso non sa neppure come fare per mettere insieme il pranzo con la cena. E non si può neppure ignorare che un imprenditore del settore dei rifiuti, per la Dda, pagava un clan mafioso per acquistare voti a favore di un candidato della Lega, Matteo Adinolfi, sperando poi che lo aiutasse nell’allargare ulteriormente a Latina il proprio raggio d’affari. Senza contare che, quando sono emerse le prime notizie sulla vicenda, era appena iniziata la campagna per le europee e la Lega non si è fatta alcuno scrupolo a candidare Adinolfi, facendogli così ottenere un seggio a Bruxelles. Auspico che vengano ora fatti controlli rigorosi in tutti i Comuni dove ha appalti la ditta Del Prete, per accertare che non siano stati frutto di fenomeni corruttivi, e che tutti i partiti si decidano a porre al centro del dibattito la questione morale. C’è bisogno di buona amministrazione, di trasparenza e c’è bisogno di regole certe. Continuare a negare e basta, come fanno da tempo Pd, Lega e troppi altri partiti, non serve. I tempi in cui le indagini per corruzione restavano anni nei cassetti, come è accaduto in quella che riguarda il sud pontino e su cui ancora pendono richieste di giudizio, fortunatamente sono finiti. La provincia di Latina è in crisi, come il resto del Paese, e le risorse del Recovery Fund non possono trasformarsi nell’ennesima occasione per far arricchire gli amici degli amici anziché risollevare un territorio che si trova davanti quella che forse è l’ultima chance di riscatto”. A dichiararlo Raffaele Trano (L’Alternativa C’è), membro della Commissione bilancio alla Camera.

 

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